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Pagelle Napoli-Monza: non possiamo non dirci contiani, Conte è il Machiavelli del calcio

Quante mazzate che prende Kvaratskhelia dagli avversari. Anguissa una muraglia. McTominay va giudicato con i fatti non con i vecchi canoni estetici

Pagelle Napoli-Monza: non possiamo non dirci contiani, Conte è il Machiavelli del calcio
Ni Napoli 29/09/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Monza / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: Pablo Mari’-Romelu Lukaku

Le pagelle di Napoli-Monza 2-0, a cura di Fabrizio d’Esposito.

CAPRILE. Il Napule fa tredici nella festa del guerriero San Michele (nonché giorno genetliaco di Silvio B. buonanima, patrono dei monaci di Monza) e l’acerbo Caprile per fortuna stasera non fa cappellate e mantiene ancora la porta vergine. Tutto qui – 6

DI LORENZO. Con Na-Politano ovunquista lacrime, sangue e sudore in stile contiano, l’Eurocapitano tornato tale diventa il paradigma della rive droite degli azzurri, che sa dove andare e dove farsi trovare. Ahimè fa un erroraccio difensivo al 71’, lapsus del lungo buio attraversato prima dell’Uomo Nuovo in panca – 6,5

RRAHMANI. All’inizio, il Napule impiega appena otto minuti per pesare i monaci azzurri e poi dividersi con successo tra ferocia e gestionismo. In tutto questo il risorto Amir ostenta l’antica sicurezza con cabeza e piedoni. Lui e il Corazziere Sabaudo disarmano senza grossi problemi il lungagnone Djuric e l’irrequieto Maldini junior – 6,5

BUONGIORNO. Colpisce la naturalezza con cui apre lo scudo protettivo della difesa azzurra. Il Corazziere Sabaudo è stato un acquisto eccezionale. Con lui in campo (a Verona non c’era) il Napule ha preso solamente un gol. Da segnalare al 70’ quell’opposizione arcigna al citato Maldini – 7

OLIVERA. Talvolta svirgola, Mati l’uruguagio, stasera più vocato all’agonismo difensivo che all’offesa – 6

SPINAZZOLA dal 91’. Senza voto

ANGUISSA. I monaci di Monza sono come topolini ciechi e impotenti che vanno a sbattere sempre contro Zambo travestito da muraglia semovente. Stasera è stato imponente e micidiale. Il migliore, senza dubbio – 8

LOBOTKA. Robotka il tamburino perpetuo che batte il ritmo senza pietà e senza pause, non disdegnando l’apporto da hombre vertical del contismo – 7,5

GILMOUR dal 91’. Senza voto

MCTOMINAY. Dopo i botti iniziali, Scott il Ross potrebbe aver dato la sensazione di aver fatto una partita normale. Attenti però alla prospettiva: la Grande Bruttezza zozza contiana presuppone la presenza attiva, non estetica, e quindi non dimentichiamo che lo scozzese avrebbe potuto segnare almeno due volte. Conta questo, solo questo – 6,5

POLITANO. La sua neo-centralità di stampo contiano è la dimostrazione che la storia talvolta cambia. Cioè: nell’Inter spallettiana era decisivo ma poi con Conte fu messo ai margini e ceduto al Napoli. Questa volta, invece, la staffetta Spalletti-Conte non ha prodotto svolte nefaste per lui. Anzi. Merito, certo, della rinuncia dell’Uomo Nuovo al suo modulo feticcio (il tre-cinque-due), ma merito soprattutto della propensione alla fatica di Na-Politano, che fa pure venire meno la sua ostinazione a fare le stesse giocate. Il gol, bello, premia questo nuovo Matteo. Evviva – 7,5

NERES dall’86’. Stava per segnare ancora, al 90’ – 6,5

KVARATSKHELIA. Sia lodata sempre la Cidibì (Costruzione dal basso) degli avversari. Così il Che Kvara fa il due a zero definitivo contro il Monza. E il Georgiano on my mind che segna contro i brianzoli evoca fausti presagi. Peccato solo che i monaci sfogano la loro frustrazione riempiendolo di mazzate – 7

MAZZOCCHI dal 75’. Si conferma primigenia icona dell’operaismo contiano e quella sua incursione all’86’ è davvero bella dall’inizio alla fine, quando serve Giacomino – 6,5

LUKAKU. Lukakone Nostro è sempre presente (di nuovo: l’importanza della presenza attiva) sul luogo del delitto. Laddove il monaco Bianco fa da sponda involontaria per l’uno a zero Na-Politano. E laddove il pipelet turatiano sbaglia la Cidibì regalando la pelota a Zambo per l’azione del due a zero. Va bene pure così, se si vince – 6,5

RASPADORI dall’86’. Entra, va al tiro e quasi segna (imitato dopo da Neres) – 6,5

CONTE. È la partita della Grande Gestione, fulgido esempio di Conte vero Machiavelli della pelota. Conta il fine, non il mezzo (estetico). E mentre fioccano ovunque ardite e premature comparazioni con il recente passato vincente, e mentre ancora l’ex duce Aurelio fa un improvvido voto di scaramanzia sui social, lui dissimula da consumato politico e preferisce parlare di sudore e piedi per terra nel giorno in cui il Napule riconquista la solitaria vetta. Lasciando sogni e voli pindarici al popolo. Al cospetto di queste esternazioni, crocianamente non possiamo non dirci contiani, toto corde – 9

ARBITRO MANGANIELLO. Tollera il bullismo brianzolo ai danni del Che Kvara. Non solo. Il rigore su Di Lorenzo non c’era, d’accordo, ma proprio oggi a Como, il collega Giua l’ha concesso, valutando diversamente la scarpinata di Sergi Roberto su Lazovic – 4

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