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Il capo ultras Inter Beretta: «Mai minacciato nessuno. Con l’Inter un rapporto trasparente»

Le parole dell’ex leader della curva Nord riportate dall’Ansa: «Per la finale di Champions avevamo fatto una richiesta iniziale ma ci hanno proposto meno della metà dei biglietti»

Il capo ultras Inter Beretta: «Mai minacciato nessuno. Con l’Inter un rapporto trasparente»
Mg Milano 26/10/2022 - Champions League / Inter-Viktoria Plzen / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: tifosi Inter

Dal carcere parla Andrea Beretta, ex capo ultras dell’Inter, in galere per l’omicidio di Bellocco. Anche lui coinvolto nell’indagine della Procura di Milano che ha azzerato i vertici delle curve di Inter e Milan. Oggi ha rilasciato alcune dichiarazioni, catturate dall’Ansa, attraverso il suo avvocato.

Beretta: «Per la finale di Champions a Istanbul avevamo fatto una richiesta»

«Con la società c’era un rapporto trasparente. Era a conoscenza delle problematiche e ci siamo sempre interfacciati con i responsabili della sicurezza e dei rapporti con le tifoseria per risolvere tutte le questioni. Nessuno ha mai fatto pressioni e minacce. Quando c’era bisogno di più biglietti li chiedevamo, quando c’era da organizzare trasferte ci rivolgevamo a loro». Parla così Andrea Beretta, ex leader della curva Nord, parlando oggi con il suo difensore, l’avvocato Mirko Perlino, durante un colloquio in carcere ripreso dall’Ansa.

Parlando con il legale, Beretta – in carcere anche per l’omicidio di Antonio Bellocco – ha spiegato anche la sua versione sui biglietti per la finale di Champions a Istanbul: «Avevamo fatto una richiesta iniziale ma ce ne sono stati proposti meno della metà. Allora per evitare di lasciare la metà dei tifosi a casa abbiamo detto ‘non va nessuno’. Poi invece la società in accordo anche con la Questura è riuscita ad ottenere i 1500 biglietti».

Inoltre, come ha spiegato l’avvocato Perlino, «anche dall’attività di indagine è emerso che il mio assistito non aveva alcun rapporto con esponenti delle famiglie calabresi. Lui si interfacciava soltanto con Marco Ferdico, chiamato il ‘front man’», e che lo ha sostituito per via della notifica di un daspo per 10 anni.

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