Il portiere ha ricevuto minacce di morte dai tifosi dell’Atletico dopo aver esultato esageratamente al gol del Real. Simeone: «Andava punito, resto della mia opinione».
Carlo Ancelotti e Diego “Cholo” Simeone, rispettivamente tecnici di Real e Atletico Madrid, sono tornati a parlare dopo quanto accaduto al Wanda Metropolitano domenica. Il derby è stato infatti interrotto per lanci di oggetti verso il campo e il portiere dei blancos Courtois, ed è stato individuato un gruppo di sostenitori neonazisti tra i tifosi dell’Atletico.
Durante le conferenze stampa, Ancelotti per il match contro il Lille e il Cholo per quello contro il Benfica di Champions, ai due allenatori sono state inevitabilmente fatte domande sulla partita di domenica.
Ancelotti: «Courtois? Parlare di lui è fuorviante rispetto a quanto successo nel derby»
Ancelotti ha dichiarato:
«Rispetto l’opinione di tutti. Il problema è abbastanza chiaro, ci sono stati atti violenti durante la partita e le persone violente non possono essere su un campo di calcio o nella società. Cerco di rispettare le opinioni, ma quello che è successo è stato visto da tutti. Parlare di quello che è successo è perdere il problema principale: la violenza non può essere contemplata su un campo di calcio. Il calcio non ha bisogno di violenza. E’ inutile, devono lasciare in pace il nostro sport. Limitarsi a parlare del suo comportamento quando gli gridavano “muori” è fuorviante. Non devo dire altro».
In seguito è arrivata la replica di Simeone sull’argomento:
«Sto molto bene, sono tranquillo perché sono trasparente e dico sempre quello che penso. Ho respinto la violenza e gli aggressori; sarà un bene per il calcio se questo dibattito sarà aperto. L’altro giorno è stato il turno di Courtios, ma potrebbe essere stato coinvolto chiunque. Avevo detto che lui aveva esagerato a esultare e doveva essere punito, ma è un’opinione. Sono un allenatore e ho le mie idee, a volte lo dico e altre volte taccio. L’altro giorno non sono rimasto zitto, ho detto qualcosa che molte persone hanno visto. Ho ricevuto milioni di messaggi che mi ringraziavano per quello che ho detto. Ora la società ha bisogno di solidità, è ancora scossa».