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I supereroi dell’anti-pezzotto alla conquista del mondo, De Siervo adesso minaccia di prendersela con Google

La lotta alla pirateria del calcio s’è fatta isterica. L’obiettivo è “far pagare tutti per far pagare meno”. Forse non sa che Dazn agisce in regime di monopolio

I supereroi dell’anti-pezzotto alla conquista del mondo, De Siervo adesso minaccia di prendersela con Google
Milano 15/12/2021 - red carpet film 'Diabolik' / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luigi De Siervo

I supereroi dell’anti-pezzotto alla conquista del mondo, De Siervo adesso minaccia di prendersela con Google

C’è gente, nel dubbio, che s’è abbonata a Dazn due volte. Per sicurezza. Hai visto mai che Luigi De Siervo sfondi la porta, un giorno o l’altro, per coglierli in fallo (si dice in flagranza, adesso): “Esci la Vpn e nessuno si farà male, marrano!”. Perché nessun atto di pirateria digitale resterà impunito finché a vegliare sui diritti di Dazn ci sarà l’amministratore delegato al pezzotto. Ma l’ansia sale: ogni giorno un comunicato, ogni comunicato una minaccia ulteriore. Prima “arrivano le multe”; poi ecco “le multe da migliaia di euro”; poi “le multe automatiche”; poi “il carcere per i gestori”. Oggi è la volta dei non meglio specificati “sistemi di pagamento come anche i motori di ricerca”. Ipotizziamo che la Lega Calcio abbia messo nel mirino dell’anti-pezzotto Google o Paypal, a via Allegri non difettano di temerarietà.

L’AgCom, la Lega, la Guardia di Finanza, la magistratura, tutti al fronte comune. Mancano solo Batman e Paperinik. È un allarme sociale che non smette più di urlare in faccia alla coscienza incivile di questo dannato Paese che si ostina a non pagare Dazn per poter usufruire del grande spettacolo della Serie A. Una sirena monotematica, angosciante.

De Siervo punta sulla cedevolezza dell’italiano medio, ci par di capire. Con una strategia dell’altissima tensione che dovrebbe prima o poi intimidire almeno una manciata di quei supposti tre milioni di italiani che piratano le partite con l’Iptv. Abbiamo il sospetto, a giudicare dalla pervicacia e insistenza con cui la Lega e De Siervo alimentano il demone, che il terrorismo psicologico ad un certo punto ottenga l’effetto contrario. Anche meno, abbiamo capito!

Checché ne dica De Siervo, il prezzo alto di Dazn non dipende dal pezzotto

Il calcio italiano autoproclamatosi grande industria è, da anni, in implosione controllata. Dalle infrastrutture all’appeal massmediatico. Prova a vendersi benissimo, finendo puntualmente in svendita costante come nelle offerte “solo per oggi ma anche per domani” dei divanifici. Di chi è la colpa? Ma del pezzotto signoramia. Della casalinga di Voghera che guarda il Voghera (in che serie gioca il Voghera?) senza versare l’obolo alla piattaforma. Facile così.

De Siervo dice due cose: che sono circa 300 milioni di euro i soldi che vengono sottratti ogni anno al sistema calcio per colpa della pirateria; e che – udite udite – “il tentativo è cercare di ottenere che chi usufruisce di un contenuto lo paghi un prezzo giusto. Se paghiamo tutti pagheremo evidentemente meno“.

Mentre De Siervo va alla guerra santa contro i motori di ricerca (auguri) forse gli andrebbe spiegato che se il prezzo della Serie A in tv è alto – va da sé che lui lo consideri tale quando ammette di ambire ad un abbassamento dei prezzi – non è per colpa del pezzotto. Ma – è economia for dummies – perché Dazn ha vinto una gara d’appalto che gli consente di vendere il prodotto Serie A in regime di monopolio. E infatti i prezzi continuano ad aumentare con cadenza semestrale nonostante i grandi risultati che la lotta senza quartiere al maledetto pezzotto sta producendo. Perché li sta producendo, no?

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