Era il prestanome di Beretta e Bellocco, accusato di trasferimento fraudolento di valori, avrebbe incassato 40.000 euro con causale fittizia al posto dei due capi ultrà.
Il gip Domenico Santoro, incaricato nel caso ultras che vede coinvolte le società di Inter e Milan, ha concluso gli interrogatori di garanzia.
Dopo aver usufruito della facoltà di non rispondere, Cristian Ferrario, ritenuto il prestanome dei leader ultras nerazzurri Andrea Beretta e Antonio Bellocco, ha ammesso le sue colpe.
Inchiesta ultras, il prestanome degli interisti Ferrario ammette la protezione mafiosa per investimenti in Sardegna
Ferrario è accusato di trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante di aver agevolato l’associazione mafiosa dei Bellocco, in quanto avrebbe incassato 40.000 euro con causale fittizia al posto dei due capi ultrà:
Attraverso tale fittizia attribuzione eludevano le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniale, a cui erano sottoposti, come compenso di una protezione mafiosa da loro fornita, a un conoscente che aveva effettuato investimenti in Sardegna, osteggiati attraverso atti vandalici.
Intanto, la suocera di Bellocco chiede vendetta dopo l’omicidio del genero accoltellato da Beretta e ci sono stati contatti e incontri che preannunciano movimenti di partite di droga. Inoltre, si puntava anche a gestire i parcheggi nei pressi dell’Olimpico di Roma cercando un escamotage per un contatto con Claudio Lotito e tentando di smuovere il Coni.
Le curve volevano gestire anche la vendita delle bevande a San Siro (Tuttosport)
Verso la fine del 2021, alcuni tifosi ultras della Curva Sud del Milan, sempre legati a Luca Lucci avevano bloccato gli “spaltisti” addetti alla vendita delle birre all’interno dello stadio Meazza per protestare ad un immotivato rincaro, ritenuto eccessivo ed indebito, applicato sul prezzo della bevanda dalla cooperativa titolare. A causa ed a seguito di ciò, Luca Lucci, insieme ad altri ultras della curva Nord dell’Inter, ed in una occasione anche col defunto Vittorio Boiocchi, avvicinavano i responsabili delle cooperative che gestiscono le vendite delle bevande all’interno dello stadio di San Siro, nonché all’interno dei bar ivi collocati, imponendo loro una compartecipazione, e quindi cointeressenze, attraverso società di comodo, nella vendita delle bevande in occasione degli eventi calcistici.