La Gazzetta e la telefonata in cui commenta una lettera anonima in cui gli danno del gobbo. «È perché sono juventino, dunque è uno che mi conosce”»
Bellocco, ex capo ultrà Inter (morto ammazzato) era pure juventino. Lo disse lui, è nelle intercettazioni
La Gazzetta dello Sport pubblica in rete un pezzo sul presunto nuovo corso della Curva interista. L’articolo è così titolato: «Inter, la curva svolta. La “Nord” sparisce, possono tornare Boys, Ultras e Viking».
L’articolo parte dalle 568 pagine dell’ordinanza del tribunale di Milano, si sofferma sul fatto che
la gran parte della Curva Nord interista, al 99% è frequentata da tifosi veri, studenti e lavoratori. Ma c’è sempre quell’1% (scarso) a rovinare tutto.
Ricorda che si tratta di delinquenti “pronti ad ammazzarsi l’un l’altro”.
Soldi, solo soldi. Affari sporchi, estorsioni e botte. Per i parcheggi, per le birre, per i panini, per i biglietti rivenduti senza vergogna a cifre da fare impallidire anche i peggiori bagarini. Nulla a che fare con l’aggregazione e l’amicizia che una volta erano alle basi del tifo in curva. Chi ha trasformato una sana passione collettiva in una “Società per azioni” ha cancellato mezzo secolo di storia del tifo.
Ricorda le due uccisioni. La prima di Vittorio Boiocchi
bandito che si era ripreso la sua curva dopo trent’anni di galera, e poi Antonio Bellocco, rampollo di una famiglia ‘ndranghetista ucciso a coltellate da Andrea Beretta, l’ultimo capo della Nord.
Ma su Bellocco, dalle intercettazioni, emerge un dettaglio (che poi un dettaglio non è) che un po’ è surreale ma tanto è emblematico.
Scrive la Gazzetta:
C’è da riconquistare la dignità persa di fronte a intercettazioni come: “Contano solo i soldi. Non si lavora per il popolo”. O come: “Lo scanno come un maiale” urla al telefono Marco Ferdico (il virus che ha portato la ‘ndrangheta in curva) al suo amico Bellocco riferendosi a Nino Ciccarelli, ultras e basta. O come quando, leggendo una lettera anonima dove gli danno del “nano e gobbo”, Bellocco esclama: “E’ perché sono juventino, dunque è uno che mi conosce”. I ragazzi del Baretto sanno tutto, sui social si scambiano in continuazione pezzi di intercettazioni, quasi si vergognano di aver creduto a quei capi corrotti, sporchi, falsi, molti dei quali non sanno nemmeno chi erano Mazzola e Rummenigge.
L’Inter invece ha bisogno di ritrovare nella sua curva il vero dodicesimo uomo: pulito e che conosce la storia del club. Così è stato deciso che “Curva Nord Milano” non esisterà più perché, ormai è chiaro, era diventato solo un marchio per fare soldi e farli confluire in un’unica cassa.