Al Messaggero: «Mi voleva il Napoli. Andai alla Juve perché Zoff si ritirò dopo la sconfitta in finale di Coppa dei Campioni. Ricordo il 5-1 in Supercoppa»
Tacconi: «Il portiere preferito in Serie A? Mi piace Meret, finalmente il Napoli gli ha dato fiducia».
Intervista al Messaggero di Stefano Tacconi ex portiere della Juventus che è stato in come per un aneurisma. Ha 67 anni.
Il gioco dal basso le piace?
Tacconi: «Per carità, penso che sia una iattura. Non si può vedere il portiere che gioca con i piedi, che sono peraltro il punto debole. C’è già tanto da fare in porta tra il farsi trovare pronto, le uscite e guidare il reparto difensivo. Giocare anche il pallone mi sembra troppo».
Il portiere che preferisce in Serie A?
«Non è semplice, anche perché ci sono troppi stranieri. Mi piace Meret, finalmente il Napoli gli ha dato fiducia. Lo considero un buon portiere che meritava la possibilità di emergere e farsi vedere».
Arrivare alla Juve com’è stato?
«Complicato, sapevo di dover raccogliere il testimone da un campione del mondo che del club bianconero era un idolo. Non era facile. Sono convinto che Zoff avrebbe continuato se la Juve non avesse perso ad Atene la finale della Coppa dei Campioni, e io sarei andato al Napoli che mi voleva. Trovai 6 eroi di Madrid, più Platini e Boniek».
Cosa le aveva dato Avellino?
«Sono stati tre anni importantissimi per me, come portiere e come uomo. Ho vissuto il terremoto, ho conosciuto una terra meravigliosa e tanta gente speciale. Porto quel periodo dentro di me».
Momenti difficili alla Juve?
«Penso a Maifredi e quell’annata disastrosa. Una stagione da incubi: l’inizio fu subito negativo con la sconfitta per 5-1 a Napoli nella Supercoppa italiana, poi facemmo un buon girone di andata ma un bruttissimo calo ci lasciò fuori dall’Europa, che alla Juve non succedeva da 28 anni».
Tacconi: «Conte somiglia molto a Trapattoni» (SportWeek)
SportWeek intervista oggi Stefano Tacconi, 67 anni, ex portiere della Juventus. Ha vinto tutti i trofei in palio (scudetto, coppa Italia, coppa Uefa, Coppa delle Coppe, Coppa dei Campioni, Intercontinentale, Supercoppa italiana e Supercoppa Uefa). Oggi Tacconi ha superato, quasi del tutto, l’aneurisma celebrale che lo ha colpito il 23 aprile del 2022. In questi giorni lancia il suo primo libro L’arte di parare, trovare il coraggio per fronteggiare i tiri della vita”
Dopo l’aneurisma ha riaperto gli occhi che era una persona completamente diversa.
«Non capivo niente, e avevo perso trenta chili. Non riuscivo a tenere la testa su, non potevo camminare, balbettavo. I medici hanno detto a mia moglie che ero come un bambino di tre anni. Praticamente ho dovuto imparare di nuovo a fare tutto».
La vita oggi è molto diversa, è vero che adesso piange spesso?
«Eh sì, purtroppo adesso va così. Sarà per colpa di quello che è successo, ma mi emoziono facilmente».
Non può mancare un commento di Tacconi sulla nuova Juventus.
«Sì, è una squadra che ha un futuro. E mi piace Thiago Motta perché è uno che non guarda in faccia a nessuno, fa giocare chi sta meglio senza badare al nome. Credo che la Juve sia già pronta per vincere lo scudetto, anche perché pure le altre grandi non sono partite benissimo».
E il Napoli del suo amico Antonio Conte.
«È una delle rivali. Antonio è un allenatore con un grande carattere. Somiglia molto a Giovanni Trapattoni, che quando arrivò da Lecce lo fece crescere come calciatore e lo fece diventare un leader di quella squadra».
Il sogno oggi è tornare alla vita di prima per quello che è possibile.
C’è ancora un sogno da realizzare nella sua vita?
«Tornare quello di prima, lavorare con mio figlio per aprire piccoli locali gastronomici».