“Le spiegazioni sono peggio degli errori: le dichiarazioni della Premier sui casi controversi dovrebbero essere accompagnate dalle pillole blu offerte in Matrix”
Anche in Inghilterra gli arbitri sbagliano e la Lega li copre negando la realtà (Times)
Al calcio inglese il Var non è mai andato giù. Ma adesso, scrive Martin Samuel sul Times, “stiamo entrando nell’era della post-verità arbitrale”. Un concetto che si sposa perfettamente con le ultime polemiche sui rigorini in Serie A.
“La Premier League – scrive il Times – ha il suo modo di negoziare sugli episodi dubbi. Inventa. La Lega e la Professional Game Match Officials Ltd (l’associazione degli arbitri) guardano i tifosi e gli spettatori negli occhi e dicono loro che ciò che hanno visto non è affatto ciò che è successo. Le dichiarazioni della Premier League che spiegano le decisioni controverse dovrebbero essere accompagnate da quelle pillole blu offerte in Matrix. Continuate a vivere l’illusione, gente. Non c’è stato alcun tentativo, non c’è stato alcun fallo”.
“Gli arbitri commettono errori, e va bene così. Questo è il calcio, come è sempre stato. Le decisioni sono spesso soggettive. Molte decisioni sono solo giudizi, questioni di opinione. Tutto questo lo accettiamo. E per quanto sia esasperante che due arbitri sembrino non conoscere le regole, non è la prima volta che succede”. Samuel snocciola esempi, ma il punto è un altro.
“Ciò che sembra essere cambiato questa stagione è il modo in cui la Lega è ora complice di questa finta competenza. Nel rilasciare dichiarazioni affrettate per spiegare decisioni che sembrano controverse, o, per dirla senza mezzi termini, sbagliate, si è impegnata a sostenere i suoi funzionari, indipendentemente dalle prove.
“Una volta il calcio inglese giocava con una versione delle regole. Un livello di fisicità considerato inaccettabile all’estero era consentito qui. Era il motivo per cui alcuni dei nostri giocatori più robusti, come Mark Hughes, hanno avuto problemi quando hanno firmato per club stranieri. Ora non è più così. Siamo entrati nell’era post-verità dell’arbitraggio”.