ilNapolista

Tacconi sull’aneurisma: «Avrei preferito trovarmi in porta con Maradona davanti e 80 mila napoletani che mi urlano cornuto»

A Tuttosport presenta il suo libro “L’arte di parare” in cui ha raccontato della sua malattia e del lungo percorso di recupero

Tacconi sull’aneurisma: «Avrei preferito trovarmi in porta con Maradona davanti e 80 mila napoletani che mi urlano cornuto»
Db Torino 13/05/2014 - finale Europa League / Siviglia-Benfica / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Stefano Tacconi
L’ex portiere della Juventus Stefano Tacconi, dopo l’aneurisma celebrale che ha messo in serio pericolo la sua vita, si è raccontato  nel libro “L’arte di parare”, a Tuttosport ha spiegato il messaggio che ha voluto dare

«Un messaggio di speranza, dopo quello che mi è successo. Voglio dire a chi sta affrontando problemi di salute che si può ricominciare tutto da capo. Io ne sono un esempio».

Lei scrive, «avrei preferito trovarmi in porta, con Maradona davanti e 80 mila napoletani che mi urlano cornuto, e perdere un’altra volta, piuttosto che crollare come è successo nell’aprile 2022»…

«Lì ero io a decidere, qui non ho deciso io, purtroppo». 

 C’è un parallelo tra il parare i tiri degli avversari e parare i colpi quando la malattia ha provato ad abbatterla? 

«No, è sempre il solito Tacconi che para tutto, però l’aneurisma è stato l’avversario peggiore che abbia mai affrontato».

Questo libro è diviso metaforicamente in due tempi. Esiste un terzo tempo?

«Spero proprio di no per quanto riguarda la malattia, per la mia vita voglio un terzo tempo perché ho ancora dei sogni da realizzare.

Paragonando la malattia con una metafora calcistica, è stato un rigore, una punizione a giro, un autogol?

«È stata una partita con supplementari e rigori, però ho vinto io». 

ilnapolista © riproduzione riservata