ilNapolista

Calcagno e l’usura dei calciatori: «Non è questione sindacale, è questione di salute. Il fisico non regge più»

Il presidente Assocalciatorei a “1 Football Club”: «Gli infortuni non sono dovuti a contrasti, ma alla troppa fatica e allo stress»

Calcagno e l’usura dei calciatori: «Non è questione sindacale, è questione di salute. Il fisico non regge più»
Ar Udine 14/04/2024 - campionato di calcio Serie A / Udinese-Roma / foto Andrea Rigano/Image Sport nella foto: infortunio Evan N'Dicka

A “1 Football Club”, su 1 Station Radio, è intervenuto Umberto Calcagno, presidente dell’associazione italiana calciatori (Aic). Di seguito, un estratto dell’intervista.

Sull’Italia di Spalletti? Resta scoperta in attacco?
«Una squadra non va mai vista a comparti, ma nel suo insieme. Perciò dico che vedo una bella squadra. Nelle prime due partite di Nations League si è vista un ottima Nazionale, che fa ben sperare. Non credo che il problema sia l’attacco ma la compattezza, l’unione, cose che si sono viste nelle prime due partite. L’infortunio di Scamacca poi non è da sottovalutare».

Calcagno: «Non si riesce a recuperare e così si infortunano molto più velocemente»

Il perché degli infortuni é da ricercare nei troppi impegni?
«I dati oggettivi ci dicono che il calcio di oggi non è quello di 15 anni fa. Si gioca molto di più e più velocemente. La richiesta è cambiata ed è aumentata notevolmente. I top team non riescono più ad allenarsi, giocando circa 80 partite, i giocatori faranno 20 allenamenti seri durante l’anno. Oltre un certo livello non si può andare. Sono comunque corpi umani e, di conseguenza, c’è un limite».

Il ruolo dell’Aic:
«Dal primo studio, fatto nel 2017, avevamo capito che gli infortuni non erano dovuti a contrasti, ma alla troppa fatica e stress. Dopo la quarta quinta partita consecutiva, back to back (partite che si giocano a meno di 5 giorni l’una dall’altra), non si riesce a recuperare e così si infortunano molto più velocemente. Non è una questione sindacale, non bisogna solo pensare di massimizzare i ricavi perché poi si riduce la qualità».

La soluzione? La risposta di Calcagno:
«I tornei bisogna distribuirli meglio, basta vedere le difficoltà della Francia ed in Serie B. Tutti, noi, Serie A, calciatori, siamo contro la Uefa. Non c’è un periodo di sosta invernale, ma nemmeno una sosta estiva. Sì finisce il 15 luglio, con i campionati che iniziano subito dopo. Nel campo meteorologico si dice che non ci sono più stagioni, la stessa cosa succede nel calcio».

Sul campionato?
«Oggi non può esserci una favorita. Il Napoli, che si è ritrovato e non ha le coppe, può essere molto avvantaggiato rispetto agli altri. L’Inter, ha tante competizioni, ma ha anche tante riserve di grande livello e questo può pesare. Anche la Juve è lì. Poi, la Lazio ha una spensieratezza molto bella da vedere, da veramente una bella sensazione. Io spero che sia combattuto fino alla fine».

ilnapolista © riproduzione riservata