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Totti: «Rifiutai la fascia di capitano di Maradona perché lui è la storia del calcio, è stato il calcio»

Totti ha ricordato il suo rifiuto della fascia di capitano di Diego Maradona durante una partita all’Olimpico.

Totti: «Rifiutai la fascia di capitano di Maradona perché  lui è la storia del calcio, è stato il calcio»
2001 archivio Storico Image / Sport / Roma / Francesco Totti / foto Insidefoto/Image Sport

Francesco Totti, icona del calcio italiano, ha partecipato a un video di Betsson Sport, nel quale ha risposto alle domande dei fan, di Google

Un momento particolarmente significativo è stato quello in cui Francesco Totti ricorda il suo rifiuto della fascia di capitano di Diego Maradona durante una partita all’Olimpico.

«L’ho fatto perché penso che era doveroso che la indossasse lui. Per me lui è la storia del calcio, è stato il calcio, e lo sarà per sempre anche se giocavamo all’Olimpico, per me era importante che l’avesse lui, per me era il numero uno al mondo».

Adesso ho paura, è una sua celebre frase

«E continuo ad averne  Era una frase che ho detto durante la mia ultima partita, il mio addio al calcio. L’ho sentita, l’ho pensata e ancora la penso veramente, è una cosa normale. Noi calciatori, dopo anni di agonismo, dopo anni di momenti piacevoli, abbiamo un po’ paura di lasciare questo sport, perché quando lasci una cosa che conosci, non sai mai quella che trovi».

Parlando dei selfie Totti racconta: «Una delle scene più belle della mia carriera era la doppietta al derby, 2-2, e avevo già deciso che se avessi segnato avrei scattato una foto verso la curva sud. Avendone fatti due, fortunatamente, il selfie rimarrà per sempre nella storia del derby»

Qual è stato il goal più bello della tua carriera?

«Ancora non lo so. Ne ho due in mente: quello contro la Sampdoria a Genova, al volo, e il pallonetto contro l’Inter a Milano. Devo ancora decidere, due goal bellissimi ma diversi, quindi non è facile scegliere».

Durante un’altra risposta aggiunge: «In 25 anni ho avuto tanti allenatori, ognuno di loro ha lasciato un’impronta importante. Non posso non ricordare Zeman, che mi ha cresciuto tatticamente e fisicamente. Da tutti ho imparato tanto, e ciascuno ha contribuito a fare di me il giocatore che sono, permettendomi di mantenere alti livelli di prestazione».

C’é qualcosa che nella sua lunga e fantastica carriera non rifarebbe?

«Se potessi tornare indietro, non farei il gesto brutto a Balotelli. Il rispetto e l’agonismo verso il giocatore avversario sono importanti e bisogna dare il giusto esempio ai ragazzi che vogliono seguire la carriera sportiva».

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