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Football Analytics – Una partita da 2-0 finita pari, è il solito Napoli con problemi difensivi

La differenza tra la classifica reale e quella virtuale sale a 12 punti. Il Napoli, oltre all’underperformance difensiva, paga anche l’adattamento al centravanti.

Football Analytics – Una partita da 2-0 finita pari, è il solito Napoli con problemi difensivi

Shot quality

Napoli–Palermo è la tipica gara dal risultato ingiusto, secondo le Football Analytics. Veniamo al sodo: la metrica di shot quality è 1,9 a 0,13 xg, quindi, il match avrebbe dovuto concludersi 2-0, ma così non è stato. Gli ospiti hanno segnato al 5’ minuto del primo tempo con il colpo di testa di Nestorowski, su assist di Rispoli dalla destra, dopo azione di corner. La rete ha colto di sorpresa gli azzurri, eppure, subire un gol a partita è un motivo ricorrente per il Napoli. Da lì in poi, i padroni di casa ci ha provato insistentemente fino al 95’, segnando una rete con Mertens al 65esimo: azione in open play, assist di Zielinski e tiro di destro del belga che supera la linea di porta dopo essere passato tra le gambe del portiere, autore di una presa goffa e inefficace.

Nonostante un atteggiamento completamente opposto, che ci apprestiamo a leggere nei numeri e nelle mappe, le due squadre raccolgono lo stesso numero di punti. Il pari premia difatti il Palermo, anche se la salvezza resta una chimera. I partenopei, invece, falliscono l’aggancio al secondo posto, ove è presente la Roma con due punti di vantaggio e uno scontro diretto favorevole.

Ranking difensivo

L’underperformance difensiva del Napoli, comunque, non stupisce, perché sovente si incassa più del dovuto. Il bilancio prestazionale scende a -9, secondo la classifica di qualità difensiva che abbiamo di recente aggiunto al ventaglio di metodi statistici de Il Napolista. Il nostro indice di performance compara gol ed expected goals subiti al fine di valutare l’efficienza difensiva delle squadre – non è quindi una pagella sui portieri! – sul modello di quello del Guardian per la Premier League.
Dopo la gara di domenica sera, Posavec scavalca Reina sul fondo della classifica, in una giornata in cui anche i migliori (Skorupski e Szczesny) hanno concesso parecchio.

Ottimizzare Pavoletti

Tornando alla gara, i rosanero tirano pochissimo: 2 conclusioni nello specchio (una rete e una parata) e una bloccata. La conversione è del 33%. Gli azzurri ci provano tanto, 19 volte totali, di cui 10 in area e 2 in quella piccola. Tra queste, 10 giungono nello specchio, ma Posavec risponde presente, salvo sul gol di Mertens. L’assalto però si associa ad una conversione del solo 5%. Nonostante l’underperformance offensiva, il Napoli crea notevoli attacchi, confermando la media di circa 2 gol attesi ad incontro. I principali interrogativi riguardano la capacità di sfruttare al meglio le caratteristiche di Pavoletti, un potenziale grimaldello contro porte blindate come quelle del Palermo. Massimizzare il punteggio con il minimo sforzo offensivo è un leitmotiv delle squadre che hanno strappato un pareggio al San Paolo.

L’allenatore Maurizio Sarri ha dichiarato che la squadra ha creato tantissimo e uno dei rammarichi consta proprio nel non aver sfruttato Pavoletti. Seppur non sia ancora al top della condizione – prosegue Sarri – ha caratteristiche importanti che mancavano all’organico. C’è da abituarsi alla sua presenza, dopo due anni che si gioca con palle basse e veloci in area di rigore, soprattutto per venire a capo di partite chiuse. In verità, la volontà di ottimizzare Pavoletti non è mancata, ma è stata inefficiente. Dall’ingresso dell’attaccante, i cross (7) di Ghoulam sono poco precisi, forse per scarsa lucidità dopo le fatiche di Coppa d’Afraica. Nel complesso, l’algerino ha indovinato solo 3 cross su 23 tentati.

Mappa dei tiri di Napoli e Palermo

Dominio del gioco

Dal punto di vista tattico è interessante notare dove si è svolta prevalentemente la gara, tramite mappe e dati di possesso. La mappa di calore dà la giusta idea dello svolgimento del match, con il gioco concentrato verso la porta del Palermo. I rosanero si sono tenuti costantemente nella propria zona, arretrando progressivamente il baricentro con lo scorrere dei minuti. Ciò si evince anche dai dati di possesso palla, con un 33% per gli ospiti che ne spendono l’84% nella propria metà campo, laddove il Napoli stanzia 24 dei 53 minuti di tempo effettivo (69%).

Mappe di calore delle due squadre e posizioni medie dei calciatori del Palermo nei due tempi di gioco, sempre concentrati nella propria metà campo

Chimera scudetto

Nel complesso, gli expected goals fatti del Napoli arrivano a 38,2 per un surplus di +12 rispetto i gol realizzati. I punti persi potenziali salgono a 12 nella nostra classifica alternativa. Il Napoli non si dimostra ancora maturo per competere per il primo posto, ma la qualità prestazionale indica che questo obiettivo – ribaltoni di calciomercato a parte – è prossimo nelle stagioni a venire. Due sono i limiti principali di questa stagione: la deficienza difensiva, che penalizza oltremodo la squadra, e l’ottimizzazione del centravanti, che ha frenato il potenziale offensivo in poche (ma decisive) partite, in virtù dell’adattamento di squadra ai movimenti offensivi di prime punte differenti: Milik, poi Mertens, dunque Pavoletti.

La partenza del miglior centravanti della Serie A, decisivo anche in gare chiuse come questa l’anno scorso, non è però sembrata un gap insuperabile. Infine, una curiosità con la gara di andata: il risultato atteso di Palermo-Napoli è stato 1-2 rispetto allo 0-3 reale. Possiamo dire, scherzosamente, che all’andata gli azzurri si sono presi il gol dei rosanero, che ora gli hanno restituito il torto.

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