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Orsato: «Alla mia prima partita a Milano mi dissero “Non guardare il terzo anello perché te la fai addosso”. Avevano ragione»

Al Festival dello Sport: «Maldini il primo ammonito. Il capitano del Siena mi disse: “Che coraggio”. Gli risposi: “Non è coraggio, faccio l’arbitro”»

Orsato: «Alla mia prima partita a Milano mi dissero “Non guardare il terzo anello perché te la fai addosso”. Avevano ragione»
Francoforte (Germania) 01/07/2024 - Euro 2024 / Portogallo-Slovenia / foto Image Sport nella foto: Daniele Orsato

Al Festival dello Sport di Trento c’è anche Daniele Orsato, ormai ex arbitro di Serie A e internazionale. Racconta la prima partita arbitrata, i suoi sogni da piccolo e come è diventato arbitro:

«Da bambino giravo per casa con un cacciavite per capire come si accendeva la luce. Volevo fare l’elettricista e ogni tanto facevo saltare per aria tutto in casa. Mi sono iscritto a una scuola, ho fatto 3 anni e poi ho trovato un posto di lavoro».

Poi un amico gli chiede di fare il corso da arbitro di calcio: «Io dissi, ma l’arbitro è uno sfigato… Ma lui mi sfidò dicendo che potevo saperlo solo arbitrando una partita. Prima partita arbitrata 17 gennaio 1993 negli Esordienti. Andavo a vedere le categorie superiori per vedere come si arbitrava. Nessuno deve copiarmi, sentir dire ‘arbitra alla Orsato’ mi fa piacere, ma devono scommettere su sé stessi e sbagliare con la propria testa. L’offesa più grande è sentirsi dire che sei scarso. Un giocatore non me lo ha mai detto, i tifosi ovviamente sì».

Orsato: «Il primo ammonito fu Maldini»

«La mia prima gara a Milano è stata Milan-Siena e il primo ammonito fu Maldini. Mi dissero di non guardare il terzo anello di San Siro perché ‘se lo guardi te la fai addosso’. Avevano ragione: quel terzo anello l’ho guardato solo alla fine della partita». E ancora: «Il capitano del Siena mi disse: ‘Che coraggio venire a Milano e ammonire Maldini. Gli risposi: ‘Non è coraggio, faccio l’arbitro’».

Il 6 luglio ha arbitrato Inghilterra-Svizzera, quarto di finale del campionato europeo, chiudendo la carriera: 290 partite in Serie A e miglior arbitro del mondo nel 2020.

«Il campo mi manca tanto, mi mancano i compagni della mia squadra, mi mancano i raduni e stare coi colleghi e dare consigli anche perché ho qualche capello bianco. La designazione è il momento che mi manca di più, scoprivi dove andavi ad arbitrare».

 

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