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Djokovic: «Sinner mi ricorda me. Il centesimo titolo non è una questione di vita o di morte»

In conferenza: «Sinner è molto solido sia con il diritto sia con il rovescio, non commette errori e cerca di togliere tempo all’avversario. Questo è quello che ho fatto per tanti anni»

Djokovic: «Sinner mi ricorda me. Il centesimo titolo non è una questione di vita o di morte»
Italy's Jannik Sinner greets Serbia's Novak Djokovic (R) after victory in their men's singles semi-final match on day 13 of the Australian Open tennis tournament in Melbourne on January 26, 2024. (Photo by Lillian SUWANRUMPHA / AFP) / -- IMAGE RESTRICTED TO EDITORIAL USE - STRICTLY NO COMMERCIAL USE --

Novak Djokovic oggi ha perso contro Sinner la finale del Masters 1000 di Shanghai, che avrebbe potuto consegnargli il centesimo titolo.

Il serbo in conferenza ha chiarito che continuerà a inseguire questo obiettivo, ma non sarà la sua ossessione:

«Continuerò a provarci perché succeda in futuro, ma non è una questione di vita o di morte. Penso di avere raggiunto tutti i miei più grandi obiettivi in carriera».

Poi sulla stagione in corso:

«Dal punto di vista dei risultati è stata una delle peggiori, ma sarebbe arrivato prima o poi il momento in cui non avrei vinto Slam e mantenuto il mio livello più alto dopo tanti anni. E va bene. Sono felice di aver vinto l‘oro olimpico che era l’obiettivo per quest’anno. Mi sarebbe piaciuto vincere uno Slam o un altro grande torneo, ma è andata come è andata. È una stagione che devi accettare. Sono più che felice di quello che ho ottenuto in carriera, perciò vediamo quali saranno le prossime sfide».

Djokovic su Sinner

Djokovic ha poi elogiato Sinner, dicendo che gli ricorda un po’ se stesso:

«Jannik Sinner mi ricorda me. Il suo servizio è tremendamente migliorato, è diventato un’arma importante. Da fondo è aggressivo e appena ha una palla più corta da attaccare, prende l’iniziativa. Molto solido sia con il diritto sia con il rovescio, non commette errori e cerca di togliere tempo all’avversario. Questo è quello che ho fatto per tanti anni, giocare un tennis ad alto ritmo, cercando di togliere tempo, di soffocare in un certo senso gli avversari. Vuoi far sentire i tuoi avversari sempre sotto pressione per i tuoi colpi, la tua velocità, la tua presenza in campo. E lui lo fa, quest’anno è stato impressionante, davvero continuo».

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