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Doping, la sentenza Halep (9 mesi) preoccupa e inquieta Sinner: c’entra l’incauto fisioterapista

La sentenza sottolinea che l’antidoping è materia delicata e va affidata a specialisti del settore visto che sei un tennista ai vertici della classifica

Doping, la sentenza Halep (9 mesi) preoccupa e inquieta Sinner: c’entra l’incauto fisioterapista
Italy's Jannik Sinner hits a return to Britain's Jack Draper during their men's semifinals match on day twelve of the US Open tennis tournament at the USTA Billie Jean King National Tennis Center in New York City, on September 6, 2024. (Photo by TIMOTHY A. CLARY / AFP)

Doping, la sentenza Halep spiega perché Sinner deve tremare: nove mesi e c’entra l’incauto fisioterapista

Il Corriere della Sera, con Marco Bonarrigo, riporta stralci della sentenza del Tas di Losanna (lo stesso che dovrà giudicare Sinner) he ha condannato Simona Halep a nove mesi per doping (inizialmente lei aveva avuto quattro anni).

Il caso è quasi sovrapponibile a quello di Sinner.

Ecco gli stralci della sentenza tradotti dal Corsera:

«L’atleta che stiamo giudicando oggi non è una semplice giocatrice di tennis professionista: ha grandissima esperienza, è ai vertici del ranking mondiale da tempo e ha vinto due slam. … Nell’utilizzare il prodotto che le ha provocato positività all’antidoping, lei si è affidata completamente alla sua fisioterapista personale, che non è un medico o un clinico. … La questione che questo Panel del Tas si pone è come mai in un ambiente di così elevata professionalità questioni legate a possibili problemi con l’antidoping siano affidate a persone che non abbiano esperienza in questo settore. … L’atleta avrebbe dovuto capire i limiti delle qualifiche della sua fisioterapista e il fatto che si stesse giocando un torneo negli Stati Uniti, in un continente lontano dal suo, non può giustificare la mancata consultazione di uno specialista e l’affidamento di un compito così delicato a una persona senza le necessarie competenze mediche».

In soldoni, se sei un professionista non puoi incautamente affidarti a professionisti poco accorti che lavorano con te. È il classico di negligenza, imperizia, imprudenza. Pochi sanno che sono fattori fondamentali.

L’accusa per Halep simile a quella per Sinner

L’accusa che gravava sulla Halep era «incauto utilizzo di un integratore contaminato».

Per il Corsera

la sentenza è per molti versi sconcertante.

Poi aggiunge:

Nelle motivazioni – inedite – della sentenza degli arbitri svizzeri c’è forse la chiave per capire le ragioni del ricorso della Wada sull’assoluzione da parte dell’Itia del nostro Jannik Sinner. Pur nella diversità dei casi (lì integratore, qui pomata che cura lesioni: il livello di rischio e di consapevolezza era molto più elevato per Halep) il Tas rimarca più volte il fatto che in un atleta al (vertice) dello sport mondiale è inconcepibile che l’uso di prodotti a rischio di positività venga delegato a persone che non hanno competenze mediche come fisioterapisti o allenatori. Se il concetto fosse esteso allo staff che accompagnava Sinner in Florida lo scorso marzo, l’arbitrato potrebbe giocarsi anche su questo fattore.

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