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Conte, un uomo senza orologio e quindi senza tempo né fretta (Gazzetta)

Il lavoro oscuro che appartiene a Cristian Stellini e a Gianluca Conte, due anime di uno staff che a Castel Volturno ha messo le tende e pure i lucchetti

Conte, un uomo senza orologio e quindi senza tempo né fretta (Gazzetta)
Ni Napoli 04/10/2024 - campionato di calcio Serie A / Napoli-Como / foto Nicola Ianuale/Image Sport nella foto: esultanza gol Romelu Lukaku

Conte, un uomo senza orologio e quindi senza tempo né fretta (Gazzetta).

Scrive così Antonio Giordano sulla Gazzetta dello Sport.

Il “maniaco” Antonio Conte, un uomo senza orologio e quindi senza tempo e né fretta, ha un organico che riflette le proprie filosofie e per abbassare la saracinesca o alzare una diga che protegga la difesa, c’è un lavoro oscuro che appartiene a Cristian Stellini e a Gianluca Conte, due anime di uno staff che a Castel Volturno ha messo le tende e pure i lucchetti, affinché non sfugga via neanche un frame di tutto quello che viene ripetuto durante le sedute degli allenamenti, che rientrano in un cliché collaudato: situazioni da prevedere dopo l’analisi degli avversari, movimenti che vengono memorizzati attraverso le ripetizioni e preventive che non devono mai tradire. 

Lukaku parla di Conte

Lukaku ha rilasciato una lunga intervista al Podcast “Friends of Sports”. 

L’attaccante belga ha raccontato della sua esperienza in Inghilterra:

«Quando giocavo in Inghilterra dicevano di me: è pigro, non si allena duramente, non è un leader, è egoista, non sa mantenere la palla e bla bla bla. Poi ho giocato due anni nell’Inter e dicevano: ah, è tornato a giocare bene, è il miglior giocatore del mondo. In Inghilterra volevano mettermi in una scatola. Vedono qualcuno costruito come me e pensano: è il nuovo Drogba. Ma io non sono così. Didier era più spalle alla porta, riusciva a tenere palla indipendentemente da dove la giocasse. Quello non era il mio stile, io non sono il tipo di calciatore che tiene palla, io attacco lo spazio».

Poi su Conte all’Inter:

«Andai in Italia e ricordo che Antonio Conte mi disse letteralmente in faccia: hey, ascoltami, nel mio sistema di gioco non puoi tenere troppo il pallone, devi ridarlo subito indietro, non devi giocare come Lautaro. In quel momento io e Lautaro sapevamo che dovevamo passarci il pallone l’uno con l’altro e che le qualità di Lautaro calzavano perfettamente con le mie».

Lukaku su Kvara e McTominay

«Così come il sistema di Conte calzava perfettamente per me. Ci allenavamo continuamente a passarci il pallone, così a un certo punto sapevo perfettamente dove sarebbe andato lui o Sanchez o chiunque avrebbe giocato al suo posto. Adesso è lo stesso con Kvaratskhelia. É questo quello che fa Conte: crea una sorta di partnership tra i giocatori. La stessa cosa vale con McTominay».

Poi su Conte:

«La cosa bella di lui è che è proprio quello giusto, penso sia bellissimo il modo in cui lui fa quello che fa. Il modo in cui amalgama la squadra. Pep Guardiola pure lo fa, anche Klopp, Mourinho, Ancelotti. Sono i grandi allenatori. Se guardi alle squadre che vincono, c’è sempre un allenatore che ha un buon piano tattico ma che soprattutto riesce a creare una squadra unita, con giocatori che stanno bene insieme».

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