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Fonseca: «È il Milan che voglio vedere, tutti si sacrificano per la squadra»

A Dazn: «L’ora di sofferenza in dieci uomini è più importante dei trenta minuti di gran gioco. Il pareggio sarebbe stato un’ingiustizia»

Fonseca: «È il Milan che voglio vedere, tutti si sacrificano per la squadra»
AC Milan's Portuguese coach Paulo Fonseca reacts during the Italian Serie A football match between AC Milan and Lecce at San Siro stadium in Milan, on September 27, 2024. (Photo by Gabriel BOUYS / AFP)

Fonseca: «È il Milan che voglio vedere, tutti si sacrificano per la squadra».

Fonseca a Dazn dopo la vittoria per 1-0 sull’Udinese. Il Milan ha giocato in dieci uomini dal 29esimo.

Nasce un nuovo Milan?

Fonseca: «Devo dire che la partita ha avuto due parti. Una fino al 30esimo quando abbiamo preso il cartellino rosso. Trenta minuti contro una squadra forte come l’Udinese, trenta minuti di grande personalità, grande qualità di gioco, vicino a quello che io voglio dal Milan. Poi, in dieci, partita da spirito di squadra, abbiamo sofferto insieme. Se qualcuno ha dubbi sull’unità di questa squadra, oggi abbiamo avuto una dimostrazione. Dimostrazione di unità, di lavoro insieme, di spirito di squadra. Per me è l’aspetto più importante, sono molto soddisfatto dei giocatori, chi è subentrato è stato decisivo. È vero che abbiamo sofferto ma contro l’Udinese è normale. 

«Qui al Milan quel che cerco dal primo giorno è una squadra che lavora insieme, che deve soffrire insieme, che difende insieme, perciò sono molto soddisfatto. Tutti avevano voglia di sacrificarsi per la squadra, tutti l’hanno fatto. Più dei 30 minuti di gran gioco, conta l’ora di sofferenza. 

Furante i minuti del gol annullato che cosa ha pensato?.

«Sarebbe stata una grane ingiustizia pareggiare, non l’avremmo meritato per come abbiamo giocato. Anche in dieci le opportunità più chiare sono state le nostre». 

Pulisic centrale a centrocampo tutta la partita?

«È stato molto difficile chi sostituire dopo l’espulsione, Okafor stava facendo una grandissima partita. Ma lui ha capito. Poi Pulisic ha giocato una partita fantastica. È stato tante volte sul secondo palo, ad aiutare Terracciano, è con questo spirito che dobbiamo giocare sempre».

Fonseca fa la rivoluzione e si prende il Milan: epura i disobbedienti e vince in dieci uomini

Può stasera un milanista non dichiararsi innamorato di Fonseca? Secondo noi, no. Il tecnico portoghese si è comportato di conseguenza, ha dato seguito alla conferenza stampa di ieri quando aveva fatto chiaramente capire che si era stufato dell’andazzo della sua squadra. Dell’abulia di alcuni calciatori considerati rappresentativi (Theo e Leao su tutti). La sconfitta a Firenze, con ben due rigori sbagliati e due rigori mai calciati dal designato (ossia Pulisic), è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Visto che i calciatori le maniere educate non le capiscono, il portoghese è passato a quelle forti. Fuori i disobbedienti Abraham e Tomori (per Theo Hernandez ci aveva pensato il giudice sportivo con due turni di squalifica) e fuori l’indolente Leao che si è messo in mostra solo per sibilline dichiarazioni in favore del ct del Portogallo.

Fonseca li ha lasciati fuori. Dentro solo chi ha voglia di correre e di sacrificarsi. Con tanti saluti agli egoisti. E, come da proverbio, la fortuna aiuta gli audaci: al 98esimo annullato all’Udinese il pareggio per un fuorigioco millimetrico. Anche alla fine del primo tempo, era stato annullata una rete all’Udinese, sempre per fuorigioco millimetrico.

La partita. Morata al centro dell’attacco. Dietro di lui Pulisic, Okafor e Chukwueze. È stato Milan scintillante per i primi 25 minuti. Tutti di corsa e in verticale. Al 13esimo è arrivato anche il gol con un’azione rugbistica (ma in verticale) con passaggi rapidi e all’insegna dell’altruismo: Pulisic ha la palla buona per calciare ma serve il nigeriano Chukwueze che di sinistro la piazza nell’angolino basso lontano.

Prima della mezz’ora i rossoneri restano in dieci uomini per l’espulsione molto dubbia di Reijnders. Un fallo da ultimo uomo privo di alcuna volontarietà. L’ottusità la fa da padrona quando si tratta di arbitrare del nuovo calcio e il Milan si ritrova in dieci uomini per quella che abbiamo definito espulsioncella.

Il portoghese non si scompone. Finisce il primo tempo senza sostituzioni. La ripresa, però, comincia con Musah al posto di Okafor. In dieci uomini, il Milan non soffre mai. Pulisic autore di una prestazione maiuscola (sfiora persino il 2-0). Leao resta in panchina tutta la partita, Abraham entra al minuto 73. Tomori all’88esimo.

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