Lo stress non fa bene al georgiano. Il contismo è uno stato mentale ed è una manifestazione di potere. Il ritorno del cholismo diciottista
Le pagelle di Empoli-Napoli 0-1, a cura di Fabrizio d’Esposito
CAPRILE. Ma a noi, quest’anno, che ce ne fotte della bellezza? D’accordo, in tribuna a Empoli c’era pure l’autoctono Lucio in the Sky (sia sempre lode a lui), ma nella passata stagione la nostalgia estetica ha partorito solo mostri e orrori di Haurelioween, come Mazzarri convertito al quattro-tre-tre. Oggi le tenebre sono svanite e questo Napule brutto e zozzo in modo perfetto si prende tre punti nella provincia toscana e Caprile si diletta con un paio di respinte decisive – 6,5
DI LORENZO. Dalle sue parti imperversa Pezzella, emblema di questo Empoli che gioca e domina ma non sa segnare. In più il predetto Pezzella fa tanta aria fritta e l’Eurocapitano lo frena più di una volta – 6,5
RRAHMANI. I Sassi della difesa azzurra fanno coriandoli dei ghirigori indigeni. Colombo chi era costui? Chiedetelo ad Amir – 6,5
BUONGIORNO. Il Corazziere Sabaudo non solo eccelle al solito, ma palesa un’energia emotiva tipica del contismo, come quando si rivolge ai tifosi su quel corner azzurro al 25’. Non è poco. Anzi è tutto. Il migliore, insieme con Giovanni diciottista – 7
SPINAZZOLA. La bruttezza oggi non va mai bocciata nei suoi interpreti. E dell’amato Zio Spina ci prendiamo quell’intervento cruciale in difesa al 44’ – 6
OLIVERA dal 59’. Mati l’uruguagio entra ché servono le sue doti belliche di garra. E questo fa – 6,5
ANGUISSA. Nella terra di mezzo spadroneggia l’albionico Anjorin, oggi empolitano, e Zambo va sovente a vuoto nel primo tempo. Però è lui a dare una scetata alla squadra, quando al 25’ va in pressione per la prima volta e si procura un calcio d’angolo. Nella ripresa si rivede finalmente un po’ di ovunquismo, quanto basta – 6,5
GILMOUR. Noi gridiamo e grideremo viva Lobo all’infinito, ma allo stesso tempo non ci laceriamo le vesti, come i farisei nel tempio, se al suo posto vediamo giocare Gilmour. Come dice l’Uomo Nuovo in panca, il nostro mini-braveheart ha pagato dazio alla timidezza, ma questo Napule zozzo con due scozzesi in campo diventa pure meravigliosamente avaro. Il deserto del primo tempo è un po’ troppo ma non c’è spreco, né autolesionismo – 6,5
MCTOMINAY. Scott il Rosso onora la bruttezza avara di questo Napule facendosi vedere una sola volta là davanti, quando stava per segnare lo zero a due. Avanti così – 6
POLITANO. Difendere, difendere, difendere. Poi entra Giovanni il Diciotto e Na-Politano si prende il rigore della vittoria – 6,5
MAZZOCCHI dall’86’. Senza voto
LUKAKU. Vincere a Empoli con Lukaku che non vede un pallone è un capolavoro del realismo contiano. La sufficienza è ad honorem, ché questa partita bisognerà tenerla bene a mente nei prossimi mesi – 6
SIMEONE dal 59’. Il cholismo diciottismo torna risolutivo dopo secoli e proprio sotto gli occhi e il cuore di Spalletti. Il rigore origina da lui e poi ci sono poetiche sponde per i due scozzesi che vanno al tiro – 7
KVARATSKHELIA. Come Scott il Ross, fa una sola cosa e la fa benissimo, non bene: segna il rigore della vittoria. Detto questo, il Che Kvara è una creatura di talento che va protetta nel corpo e nella psiche, altrimenti s’intestardisce come quando al 36’ fallisce un dribbling nell’area avversaria e l’Empoli riparte con Anjorin. Tutto questo per dire all’ex Duce di non rifare Haurelioween con il remake del contratto di Victor Victoria. Lo stress al georgiano non fa bene. Ergo ad Aurelio che parla romanesco ricordiamo l’antica battuta di Gigi Proietti: “Al Cavaliere Nero nun je devi cacà er cazzo!” – 6,5
NERES dal 76’. Una cosa è certa: per quello che fa vedere meriterebbe di giocare di più, molto di più – 6,5
CONTE. Il contismo è uno stato mentale che s’impadronisce anche del tifoso. Mi spiego: nel primo tempo il Napule non mi ha mai dato la sensazione, nonostante il non gioco, di poter perdere. Allo stesso tempo immagino che qualcuno (tanti o pochi?) abbia temuto di fare la stessa fine di Verona. Ecco il contismo è un fenomeno ipnotico che può diventare di massa (al netto dei gufi azzurri che lo odiano per il suo juventinismo risultatista) ché la sua bruttezza, la sua sporcizia, il suo cinismo machiavellico sono sinonimo soprattutto di potere: che bello! – 8
ARBITRO ABISSO. Di solito fa tanti danni, ma come condannarlo per il rigore concesso? Evviva Abisso – 7