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Mbappé, Dani Alves, Santi Mina, Hugo Mallo, Rafa Mir, l’ambiente è tossico (El País)

Certi atleti d’élite vivono in una bolla costruita per proteggerli anche dai propri capricci. L’avvocato di Mbappé lo definisce un «cordone sanitario permanente»

Mbappé, Dani Alves, Santi Mina, Hugo Mallo, Rafa Mir, l’ambiente è tossico (El País)
Real Madrid's French forward #09 Kylian Mbappe warms-up on the sideline during the UEFA Champions League football match between Lille LOSC and Real Madrid at the Pierre Mauroy Stadium in Villeneuve-d'Ascq, northern France, on October 2, 2024. (Photo by Sameer Al-Doumy / AFP)

El País ritorna sul caso Mbappé e la presunta violenza sessuale che si è consumata in Svezia. Il quotidiano spagnolo lancia una interessante riflessione. Al di là del caso che ha coinvolto il francese, sembra che “certi atleti d’élite vivano in una bolla, una realtà parallela difficile da conciliare con la realtà del mondo esterno“. Non solo. Sono sempre accompagnati da qualcuno come se dovessero essere protetti da false accuse o da comportamenti non proprio edificanti.

Scrive Daniel Verdù:

Mbappe ha alcuni giorni di riposo perché apparentemente soffre di un infortunio al bicipite femorale e non dovrebbe allenarsi con il Real Madrid o partecipare alla Nations League con la Francia. Così accetta la proposta del suo amico Nordi Mukiele, 26 anni, suo amico dai tempo del Psg, e parte per Stoccolma su un aereo privato“, ricostruisce El País.

Un ambiente tossico dove tutto è facile, come se “i rigori venissero calciati senza portiere”

Con Mukiele ha usufruito dei “servizi di un concierge-un concierge?- di lusso, un certo Marco D., un ex modello di circa 30 anni, riconvertito al business di feste, vacanze e servizi su misura per le celebrità nel modo più discreto possibile“.

Quello che si sa è che questo Marco D. ha organizzato una festa privata, invita 30 persone. Quasi tutte donne. “Ragazze immagine, ha confermato uno dei modelli che era alla festa“. “Prima di entrare, sono state costrette a lasciare il loro telefono in una busta sigillata. Tutto è organizzato. Come uno di quei safari per milionari dove è quasi impossibile tornare a casa senza un trofeo di caccia. Come il Truman Show. O per adattarlo al linguaggio del mezzo, come se nel bel mezzo di una partita, la partita fosse interrotta in modo che la stella calciasse il rigore senza un portiere“.

Tutto troppo facile, un mondo dove ogni desiderio diventa realtà. Non come nelle favole però. E qui sta il nocciolo della questione per El País

Il caso Mbappé mostra ancora una volta la bolla in cui certi atleti vivono

Il caso di Mbappé, al di là della decisiva questione giudiziaria e di ciò che è realmente accaduto alla vittima che avrebbe denunciato una violenza sessuale — non c’è alcuna comunicazione ufficiale —, mostra ancora una volta la bolla in cui certi atleti d’élite vivono quasi per contratto. Una realtà parallela, o una finzione, difficile da combinare con un’analisi razionale del mondo esterno. L’avvocato di Mbappé lo definisce un «cordone sanitario permanente, una bolla». E spiega che è progettato in modo che, precisamente, cose come l’accusa della presunta vittima di stupro non possano accadere. «C’è sempre qualcuno con lui», ha detto in un’intervista. Sempre? Come se lui o chi lo circondano fosse sempre sospettato: alcuni per la loro impulsività e gli altri per volerlo proteggere da qualsiasi falsa accusa“.

Mbappé è innocente fino a prova contraria.

Ma è un fatto che si parla sempre di più di casi di questo tipo.  Dani Alves, Santi Mina, Hugo Mallo, Rafa Mir, i giocatori delle giovanili del Real Madrid. L’ambiente è tossico, i locali su cui si inizia a divertirsi, deformati. Il mese scorso Miguel Galán, presidente del National Football Coaches Training Center, ha pubblicato un presunto contratto standard che i calciatori iniziano a usare prima di fare sesso con le donne che si incontrano in determinate feste per evitare denunce successive. Il documento include una clausola che contempla il caso di “violenza accidentale”.  Nessuno l’ha smentito. Un altro dei tanti capricci da proteggere?

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