ilNapolista

Zinchenko: «Da dove vengo non avevamo strutture per allenarci. È quasi impossibile diventare professionista»

Al Guardian: «Tutta la mia famiglia è in Ucraina. Anche solo vedere un adesivo con la bandiera ucraina su un’auto mi convince che non siamo soli»

Zinchenko: «Da dove vengo non avevamo strutture per allenarci. È quasi impossibile diventare professionista»
Ukraine's midfielder Oleksandr Zinchenko controls the ball during the UEFA Euro 2024 group C qualification football match between England and Ukraine at Wembley Stadium in London on March 26, 2023. (Photo by JUSTIN TALLIS / AFP)

Oleksandr Zinchenko, calciatore ucraino dell’Arsenal, ha rilasciato una lunga intervista al Guardiandove ha parlato della guerra in Ucraina e delle difficoltà di diventare un calciatore professionista venendo dal posto in cui è nato.

«Diventare un calciatore professionista partendo dal posto in cui sono nato e cresciuto è stato quasi impossibile. È stata super, super tosta», racconta Zinchenko. «Non avevamo molte strutture e per una partita ci allenavamo solo due volte a settimana, e questo non è il modo per diventare un professionista. Mi dava pura gioia giocare e allenarmi con la mia squadra locale, ma volevo sempre di più. Mia madre diceva di aver visto il fuoco nei miei occhi per farcela».

Zinchenko parla della guerra in Ucraina:

«Stamattina mia zia mi ha mandato un video. Lavora in un asilo nido da più di 30 anni. Il video mostra il rifugio in cui si è nascosta dalle 7.30 alle 10.30 perché c’era una sirena d’allarme. Lavorando con i bambini, non può correre alcun rischio».

La guerra in Ucraina è un tema che lo tocca personalmente. La sua famiglia vive ancora lì.

«Tutta la mia famiglia è in Ucraina. Ma credo di essere più utile parlando qui che là. Ci sono calciatori che giocano nel campionato ucraino e all’improvviso suona una sirena. Tutti loro devono nascondersi nel rifugio. Faccio vedere questi video ai miei compagni di squadra e non riescono a credere che facciamo questa vita. È pazzesco».

Zinchenko sull’incontro con Zelenski

Il difensore dell’Arsenal racconta del suo incontro con Zelensky e delle parole che gli rivolse:

«Signor Presidente, questo non fa parte del copione, ma queste parole vengono dal profondo del mio cuore. Tutti i miei familiari e amici provano lo stesso sentimento. Non so cosa accadrebbe al nostro Paese se lei non ci fosse».

«A volte cerco di mettermi al suo posto, ma è impossibile. Non conosco questa pressione – ma guardandolo negli occhi si capisce quanto sia dura. Lo si vede dalle foto di quando è diventato presidente e dal suo volto ora. Ogni volta che leggo le notizie, prego che finisca presto perché so quante persone sono morte a causa di questa guerra».

Zinchenko si sforza di essere diplomatico quando gli viene chiesto se ha l’impressione che il mondo si sia dimenticato dell’Ucraina:

«Non sarò mai abbastanza grato per tutto ciò che le persone di tutto il mondo stanno facendo per noi. L’aiuto può essere dato in diversi modi. C’è chi può fare donazioni, chi può accogliere i rifugiati. Anche solo vedere un adesivo con la bandiera ucraina su un’auto mi dà la carica e la convinzione che non siamo soli. Allo stesso tempo capisco che c’è una certa stanchezza per questa guerra. Ma ascoltate, se vi mettete nei nostri panni, non possiamo arrenderci, giusto? Ecco perché dobbiamo restare uniti, perché questo è l’unico modo per mostrare giustizia e portare la pace».

 

ilnapolista © riproduzione riservata