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Cari giornalisti, riducetevi lo stipendio se volete continuare a lavorare. Editoria, siamo al si salvi chi può

Il Fatto quotidiano: scioperi ad AskaNews, al gruppo Riffeser ed è ripartita la corsa dei giornali di carta stampa ai prepensionamenti

Cari giornalisti, riducetevi lo stipendio se volete continuare a lavorare. Editoria, siamo al si salvi chi può

Cari giornalisti, riducetevi lo stipendio se volete continuare a lavorare. Editoria, siamo al si salvi chi può

Il Fatto quotidiano scrive venti righe dense e dà notizia dell’ennesima tempesta che sta colpendo il giornalismo e l’editoria (carta stampata). Siamo al si salvi chi può.

Scrive così il Fatto quotidiano:

Tempi duri per i giornalisti italiani, alle prese con l’inarrestabile crisi della carta stampata. Sabato scorso la redazione dell’agenzia Askanews ha indetto uno sciopero di 24 ore per protesta contro l’ulteriore taglio del costo del lavoro che l’editore vorrebbe imporre. Nello stesso giorno sono scesi in sciopero anche i giornalisti delle testate del presidente della Federazione editori di giornali (Fieg), Andrea Riffeser Monti. Riffeser Monti, a capo dell’omonimo gruppo che edita Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione, Qn-quotidiano Nazionale, Quotidiano.net e Luce!, nonostante stati di crisi del gruppo ininterrotti dal 2012, ha proposto ai giornalisti un’autoriduzione dello stipendio (3 giorni a testa di permesso non retribuito al mese per tutto il 2025) per ottenere un risparmio di 2 milioni e mezzo sul costo del lavoro. Lo sciopero è stato compatto contro una proposta considerata “offensiva e fuori dal Contratto nazionale di lavoro”. Riffeser ha invece definito “inaccettabile, incomprensibile e provocatorio” il comportamento dei comitati di redazione.

La crisi colpisce molti giornali

La crisi non risparmia nemmeno la Gazzetta del Mezzogiorno, storico quotidiano di Bari radicato in Puglia e Basilicata. Edime, società editrice della testata di proprietà degli imprenditori Antonio Albanese e Vito Miccolis, il 16 ottobre ha comunicato per email ai sindacati di aver avviato una procedura di licenziamento collettivo per 29 giornalisti e 23 poligrafici. Il Cdr chiede che, in base all’accordo di un anno fa sottoscritto da Edime e ministero del Lavoro, si torni invece ai tavoli di concertazione in continuità che avevano già sventato 46 licenziamenti.

I soldi del governo per i prepensionamenti dei giornalisti

Intanto sulla crisi del settore sta per intervenire il governo. Nella bozza dello schema di decreto legge che dà attuazione al Pnrr in materia di lavoro, università e ricerca è stata introdotta una norma che storna una quota sino al 5% del fondo pubblico per l’editoria “da destinare a misure di risoluzione di situazioni di crisi occupazionale a vantaggio delle imprese operanti nel settore”. Vengono così nuovamente rifinanziati i prepensionamenti per i giornalisti dipendenti dalle imprese editrici di quotidiani, periodici e agenzie di stampa nazionali. Una mossa attesa dagli editori che da mesi si sono messi in fila per prepensionare decine di giornalisti: tra questi secondo alcune informazioni ci sono i redattori di Askanews, Repubblica, Corriere dello Sport, Libero, Il Giornale, Il Messaggero e dall’anno prossimo anche il Corriere della Sera.

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