A Sportweek: «Se sbagli una partenza, ti giochi un oro olimpico. Troppo schietto? Ho fatto dichiarazioni un po’ scottanti, ma bisogna essere così».
Thomas Ceccon, dopo l’oro olimpico nel dorso, alle Olimpiadi di Parigi, parla del suo percorso sportivo finora affrontato in un’intervista a Sportweek.
Ceccon: «Il nuoto è uno sport crudele, prima della gara di Parigi ho pensato: se perdo sono un fallito»
Il suo idolo?
«Nel nuoto Phelps, poi Nadal».
Hobby preferito?
«Dormire».
Una follia che non ha mai raccontato?
«Mi sono buttato nella Senna».
Ha definito il nuoto uno sport crudele: perché?
«E’ una continua ricerca di qualcosa, di limiti. Il tempo ci determina. Anche in allenamento, se non fai quel tempo, dici che non è andata bene. In gara passi dall’essere campione olimpico a niente. Nel tennis se fai un errore, puoi recuperare al game successivo. Nel nuoto sbagli una partenza e ti giochi una medaglia d’oro».
V0rrebbe spaziare in diversi stili?
Ceccon: «Sì, anche per non annoiarmi. Spero che ai Giochi 2028 mettano i 50 farfalla che ho vinto ai Mondiali. Vorrei diventare il nuotatore italiano più medagliato».
Se ripensa a Parigi…
«Il momento di maggior tensione è stato poco prima della gara. Ti passa davanti una vita, pensi: se perdo sono un fallito. Questa è la parte più difficile. Ora mi sento liberato da un peso molto grosso, penso più per me stesso che per chi mi chiedeva di vincere. Io volevo vincere, ora ho la coscienza a posto».
Lei è diventato famoso anche per le sue dichiarazioni schiette: si sente un campione scomodo?
«Mi prendo le responsabilità, nel nuoto e in quello che dico. Sì, ho fatto dichiarazioni un po’ scottanti, ma bisogna essere così. Io ho pensato di poter vincere e ho portato a casa il risultato. Sono sempre stato così».
Il campione olimpico di dorso: «Prima di Parigi non ho parlato con nessuno per un po’»
Dove pensa di fare la differenza in gara?
«Nei secondi 50 metri. Nessuno li nuota come me. Pur di vincere, ho capito che avrei anche potuto regalare qualche centesimo, ma mi sono giocato le mie carte».
Cos’è l’emozione per lei?
Ceccon: «Riguardarmi mi dà carica in più per gli allenamenti. Ho consumato i video a furia di vedere il record del mondo del 2022. Della finale olimpica voglio lasciare memorie ed emozioni. Tra l’altro, riguardandola, ho capito di aver sbagliato un po’ di cose, come la partenza troppo profonda».
Non ha mai avuto una crisi?
«Penso di non aver mai avuto rigetto, il nuoto mi è sempre piaciuto. Per qualcuno è pesante come routine, io invece arrivavo mezz’ora prima tutti i giorni. Sono determinato. Prima di Parigi non ho parlato con nessuno per un po’: pensavo solo al nuoto».
Davvero non ha chiesto consigli a Phelps a cena a Parigi?
«Non volevo essere invadente, mi sono bastati i complimenti. Ho imparato molto guardando i suoi video».