La squadra rossoblu sta vivendo un ottimo momento di forma. Meno proattiva rispetto al passato, proverà a inaridire le fonti di gioco del Napoli. Come fatto in passato.
Dovessimo dare una definizione del Bologna, sarebbe senza dubbio “scorbutico”. Una squadra che nel corso del suo campionato ha vissuto sia picchi di buona forma che periodi di down. Al momento, il trend dei rossoblu’, come a inizio stagione, è piuttosto positivo. 11 punti nelle ultime sei gare, unica sconfitta a Torino contro la Juventus (e ci sta). E sarebbe potuta andare anche meglio senza gli ultimi minuti di follia a Cagliari, dove solo la doppia inferiorità numerica ha negato agli uomini di Donadoni una vittoria pesantissima. La dodicesima posizione, con il +14 sulla zona retrocessione, fa sì che gli emiliani siano sostanzialmente tranquilli e senza assilli di classifica.
Parliamo di una squadra che segna pochino (21 reti, solo le ultime quattro hanno fatto peggio), ma subisce altrettanto poco: 26 reti, solo una in più del Napoli. Un ottimo pacchetto arretrato (solo le prime sei in classifica hanno fatto meglio) che nelle ultime sei gare sopra menzionate ha subito appena quattro reti, le tre di Torino più quella nel finale a Cagliari in 9 contro 11. E’ una squadra che in effetti ha dimostrato di fare un po’ fatica a sviluppare il gioco: 15esimi per tiri effettuati (11 a gara), 14esimi per possesso palla (47,8%).
Un collettivo che nel corso della stagione ha subito un’evoluzione, rispetto ai concetti espressi nella nostra analisi di settembre. Nonostante una discreta qualità dalla cintola in su, l’undici felsineo ha sviluppato un atteggiamento reattivo, più che proattivo, contrariamente alle attitudini e alle abitudini di Donadoni, considerati i 13,8 tiri subiti a gara (11esimi in graduatoria) e le 15,7 palle intercettate di media (sesto posto nel torneo). Una svolta pragmatica, per il tecnico bergamasco, per molti versi inattesa ma che, nel complesso, ha pagato i suoi dividendi, vista l’attuale situazione.
Tatticamente, a ben vedere, c’è poco da scoprire. Donadoni resta fedele al suo 4-3-3, anche se interpretato in chiave più difensiva rispetto al passato, in modo da essere spesso una sorta di 4-5-1. Il che ci porta a pensare a un canovaccio di gara piuttosto simile a quello di un anno fa al Dall’Ara: squadra coperta, che cercherà di creare densità in tutte le zone del campo, per poi cercare di ripartire attaccando la profondità e sfruttando il più possibile l’altezza della linea difensiva azzurra. Che non dovrà ripetere errori del genere:
Al netto del fatto che nello scorso campionato questo lancio in profondità lo fece Diawara (toh) e che Destro era in leggerissimo offside, Albiol e Koulibaly erano posizionati malissimo e si prestarono a essere bucati dall’attaccante bolognese.
Questa immagine oltre a evocarci brutti ricordi serve a spiegarci che il Napoli dovrà fare particolare attenzione a essere ordinato sul campo e, qualora dovesse perdere la palla, a mantenere le dovute distanze. Se le coperture preventive dovessero mancare, i rischi in ripartenza potrebbero essere molteplici. Anche la Juventus, poco tempo fa, non fu proprio irreprensibile nel proprio assetto difensivo:
Il pressing offensivo dei bianconeri, persa palla in un’azione offensiva, è poco organizzato. C’è lentezza nel coprire il lato debole e il Bologna può impostare la ripartenza. Fuori dall’inquadratura, sta partendo sull’esterno Di Francesco, con Lichtsteiner troppo attratto dalla palla che stringe troppo dentro il campo e gli lascia spazio per andar via. Di Francesco arriverà all’uno contro uno in area e al tiro in maniera molto pericolosa.
Sempre la Juventus, però, ci mostra come attaccare in maniera ottimale il dispositivo difensivo bolognese. Le due linee di difesa e centrocampo, in fase di non possesso, saranno sempre molto schiacciate. Gli spazi si possono trovare in due modi: verticalizzazioni improvvise e sovrapposizioni sugli esterni per arrivare sul fondo a crossare.
Gol dell’1-0 bianconero. Pjanic legge il movimento di Higuain, che ha preso il tempo al difensore e lo lancia a tu per tu con Mirante. Qui la chiave è il movimento di Dybala che attira fuori dalla linea l’altro centrale, mettendo in condizione il centravanti di andare uno contro uno. Un’azione che ha dei punti di contatto con quella con cui Milik all’andata segnò il 2-1.
Sovrapposizione in fascia di Khedira mentre Lichtsteiner ha la palla. La difesa del Bologna qui legge male la situazione risultando spiazzata dall’inserimento sull’esterno della mezzala, che non viene seguita. Con lo scarico dello svizzero, il centrocampista può arrivare facilmente al cross.
Gli uomini a cui fare attenzione li conosciamo. Destro, che in generale ha avuto le polveri bagnate quest’anno, ma domenica scorsa si è sbloccato ed è un tipo di attaccante che per caratteristiche abbiamo sempre sofferto abbastanza (già quattro gol in carriera contro gli azzurri). Krejci e Di Francesco, che sugli esterni hanno già mostrato tutte le loro qualità (soprattutto il ceco, per lui già sei assist in questo campionato), ma occhio anche a un possibile inserimento di Verdi che è rientrato dall’infortunio.
A centrocampo, il pericolo pubblico numero uno è Blerim Dzemaili, la cui pericolosità ci è ben nota e che oltretutto è in uno dei suoi classici periodi “caldi” (quattro reti nell’ultimo mese e mezzo). Mancherà Viviani per squalifica, ma il ritorno di Taider dalla coppa d’Africa permetterà a Donadoni di compensare senza troppi problemi. Più problematico sarà sostituire l’altro squalificato, Krafth: Torosidis ha esperienza, ma gli anni iniziano a farsi sentire e da quel lato Ghoulam e Insigne in piena efficienza possono farlo ammattire.
Fondamentale per il Napoli sarà aggredire da subito il match a ritmi piuttosto alti per evitare di farsi irretire dalla ragnatela bolognese. Donadoni cercherà di inaridire tutte le nostre fonti di gioco, come del resto gli è già riuscito bene in passato. La chiave sarà riuscire a variare il più possibile le soluzioni offensive, senza ripetere troppo spesso le stesse azioni. Servirà una squadra capace di rispondere colpo su colpo in mezzo al campo ad avversari che, nonostante siano piuttosto tranquilli quanto a classifica, concederanno poco e lotteranno palla su palla.