Soffriamo meno dei vacanzieri di sera al campeggio con le zanzare. L’aria fritta non era una semplice risposta ma un’assoluta verità
Lukaku manda Pavlovic a controllare il costo dei parcheggi
Dicasi schiattata in corpo, quella sensazione di impotenza che costringe a reprimere le proprie emozioni fino a scoppiare, ad arrendersi. Immagine: il Napoli di Conte a Milano, la spallata di Lukaku, la seggiata di Kvara, la parata di Meret, il murales a Olivera.
Pronti via: subito decisi a bullizzare ciò che resta di blasone pardon del Milan. Kvara colpisce
Lukaku: Lukaku manda a controllare il costo dei parcheggi Pavlovic che quando torna lo trova parcheggiato sul tabellone. Zero ad uno. E sono passati cinque minuti.
Il Milan prende coraggio anche perché Di Lorenzo decide di dargli una mano, Buongiorno fa il primo errore del suo processo di beatificazione, Meret la prima uscita della sua vita. Si soffre? Solo apparenza, li portiamo dove vogliamo…
Morata gioca a tutto campo, Olivera pure. Non conosce ragioni, chiude, riapre, raddoppia, rincorre. Mati, garra e sudore, sudore e garra. La sinistra che ancora legge Gramsci e ama i precari. Il compagno che imbarazza il radical chic.
Massimo sforzo rossonero che si traduce in un quarto d’ora di possesso sterile, tipo Motta a Torino, mezza affacciata alla finestra di Kvara e trapianta uno scoglio alle spalle di Maignan. Zero a due. Con debordante cinismo, schietto e focoso gusto. Diogene ha la maglia azzurra.
Fine primo tempo.
Alla ripresa la corsa a Leao e Pulisic infiammano la telecronaca, nel frattempo il Var annulla un gol a Morata. Soffriamo meno dei vacanzieri di sera al campeggio con le zanzare. È solo aspettativa italica. Conte inserisce Mazzocchi che regala una gioia ai tifosi ospiti. I cori razzisti che piovono avranno anche loro un prezzo a listino? Non lo sapremo mai.
Billy Gilmour non è Lobotka, ma Billy Gilmour ha un piede saggio. Sale in cattedra e apre un paio di discussioni per mandare in porta i compagni, ma senza esito. Non c’è più partita da tempo ormai quando nel silenzio lombardo la fierezza azzurra alza i toni del successo…
L’aria fritta non era una semplice risposta ma un’assoluta verità. Il Napoli vince a Milano, la prima del famoso ciclo tremendo invocato da Roma in su. Ennesimo clean sheet, ennesimo capolavoro tattico. Conte è riuscito a liberare l’agorà ateniese per farci abbracciare il credo spartano. Purché la lotta produca un risultato, un’avanzata, una conquista passo per passo. Senza badare ai contorni, ai bordi. Solido e concreto.
Auguri Diego.