«Milan-Napoli è al secondo posto, dietro solo al derby di Milano (quasi 2 milioni di spettatori). Tra i turni infrasettimanali, è la gara più vista dal 2014»
Milan-Napoli, niente boom di audience su Dazn
Ecco di seguito quanto riportato da Panorama:
«Tanti ma non tantissimi. Non il botto che si poteva attendere vista la trasmissione ‘aperta’ anche a due milioni, massimo, di non abbonati. Milan-Napoli di martedì sera 29 ottobre ha raccolto su Dazn un ascolto complessivo di 1,883 milioni di spettatori. Un’ottima performance anche se non il dato più alto della stagione che rimane quello del derby di Milano dello scorso 22 settembre con 1.972.264. Pero questa volta il parametro di partenza era diverso e il risultato non poteva che essere atteso superiore.
Un dato particolarmente atteso perché la sfida di San Siro era trasmessa parzialmente in maniera gratuita. Non in chiaro in senso tecnico (non visibile sul digitale terrestre), ma accessibile per un massimo di due milioni di persone non abbonate che si fossero registrate alla piattaforma di Dazn.
La Serie A gratis non accadeva da 28 anni: ultimo precedente uno Juventus-Sampdoria del 1996. Non un regalo della piattaforma che detiene i diritti del campionato, ma il frutto di un accordo in sede di bando con la Lega Serie A e che prevede la trasmissione con queste modalità di 5 dei 380 match che compongono l’offerta a pagamento.
Scelta che serve al calcio italiano per provare a raggiungere nuove platee vista anche la sofferenza degli ascolti di questo inizio di stagione. Nelle prime nove giornate del torneo, infatti, si sono registrati 4,8 milioni di telespettatori in meno rispetto alla stessa data dell’anno scorso, dato preoccupante anche scontando l’assenza di Bologna-Milan rinviata a data da destinarsi. E il confronto con il passato meno.»
Il nodo sta anche – continua Capuano su Panorama – nella nuova e diversa distribuzione dei big match di quest’anno: dando il via libera a Sky nella trasmissione di molti di questi ultimi (e ammesso che, evidentemente, lo streaming nel calcio non ha ancora fatto presa come il satellitare ndr) gli ascolti di Dazn si sono di molto abbassati, come spiegammo un mese e mezzo fa tramite un articolo pubblicato su Libero.
Dazn sta colando a picco: ascolti, meno 800mila rispetto allo scorso anno (Libero)
Il 4 settembre, Libero scriveva questo:
Dazn ha un grosso problema e di conseguenza ce l’ha anche la serie A. Il principale partner dei club italiani sta colando a picco, anno dopo anno. I campanelli d’allarme suonavano da tempo, e però non c’era altra strada rispetto alla conferma dei diritti a Dazn fino al 2029, tra l’altro a condizioni inferiori rispetto al triennio precedente. Le premesse del disastro c’erano tutte, tra il massiccio taglio del personale e delle produzioni e l’irragionevole aumento dei prezzi.
Ancora, furono preoccupanti i dati di Inter-Juventus, molto più vista su Sky che su Dazn. Il noto giornalista Ziliani, aveva così preannunciato:
«Confrontando gli ascolti di Inter-Juventus su Sky (quasi 2 milioni) e su Dazn (poco più di 1 milione) è del tutto evidente che gli italiani hanno preferito abbonarsi, o restare abbonati, a Sky, dove vedono Champions League, Europa League, Formula 1, tennis, Moto Gp, Premier League, tre partite di Serie A e molto altro, e non sono stati attratti dal richiamo di Dazn che nel suo pacchetto, ogni anno sempre più costoso, offre la Serie A, la Liga di Spagna, la Serie B e poco altro.
Sky, che spende il grosso dei suoi soldi per la Champions, più che un alleato è in realtà un competitor della Lega, di Dazn e del calcio italiano. E il fatto che le partite di Serie A abbiano più pubblico sui suoi schermi rappresenta plasticamente la lapide che i nostri dirigenti hanno eretto sul loculo del movimento del pallone italico. E’ stata imboccata una via senza ritorno. E il fatto che domani Dazn trasmetta in chiaro Milan-Napoli la dice lunga, al di là della tanto strombazzata “svolta storica” di cui ciancia l’Istituto Luce, sul grado di disperazione cui il nostro movimento è giunto. Non ve lo dirà nessuno, ma siamo ormai alla canna del gas.»