Al Giornale: «Se oggi sono un uomo sereno con me stesso e con il prossimo lo devo al cammino interiore che mi ha indicato Roberto»
Sebastien Frey è stato intervistato dal “Giornale“. L’ex portiere ha raccontato che fu Baggio a salvarlo nel 2006, quando a causa di un grave infortunio al ginocchio la sua carriera fu messa a rischio.
L’emozione più grande?
«Arrivare all’Inter nel 1998 e scoprire il grande calcio».
Nella «sua» Inter c’era, tra i tanti top player, anche un certo Roberto Baggio.
«Considero Roberto più di un amico. È lui che mi salvato la vita».
Racconti…
«Nel 2006, nel pieno delle forze, ho subito un incidente al ginocchio che ha messo a rischio la mia carriera. Ricordo la faccia
dei medici che scuotevano la testa… Fu un periodo di sofferenza terribile, l’operazione fu complicata, i tempi di recupero lunghi. Lo spettro della depressione era in agguato».
Ma cosa c’entra Baggio?
«Sapevo che anche lui aveva subito un intervento importante al ginocchio. Lo chiamai per chiedere consigli e conforto morale».
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E quella telefonata l’aiutò?
«Di più: mi ha cambiato l’esistenza».
In che modo?
«Attraverso un percorso nella filosofia della fede buddista».
Frey: «Dobbiamo aiutare i giovani a percepire lo sport come un’opportunità “spirituale”»
La stessa religione abbracciata da Baggio.
«E da allora praticata anche da me. Se oggi sono un uomo sereno con me stesso e con il prossimo lo devo al cammino interiore che mi ha indicato Roberto facendomi scoprire una miniera infinita di potenzialità».
I valori del calcio di oggi vanno in tutt’altra direzione…
«Dobbiamo aiutare i giovani a percepire lo sport come un’opportunità “spirituale”, un’occasione di crescita in nome della solidarietà».