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Conte: «Conosco il calcio. Oggi Politano è elogiato. Quando perderemo, diranno che gioca troppo basso»

In conferenza: «Mi auguro di sbagliare ma nel lavoro non esistono salti nel vuoto. Dobbiamo costruire, e l’Atalanta è un esempio»

Conte: «Conosco il calcio. Oggi Politano è elogiato. Quando perderemo, diranno che gioca troppo basso»
Cm Torino 21/09/2024 - campionato di calcio Serie A / Juventus-Napoli / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Antonio Conte

Conte presenta in conferenza stampa il match tra Napoli e Atalanta, valido per l’undicesima giornata di Serie A. La partita si giocherà domenica alle 12.30 allo stadio Diego Armando Maradona.

Dopo la vittoria con il Milan, con l’Atalanta c’è un’insidia mentale?

«C’è l’insidia di una squadra forte che l’anno scorso ha vinto l’Europa League battendo il Leverkusen. Si è qualificata per la Champions, è una squadra che oggi deve essere annoverata tra le squadre forti senza dubbio. Di questo va dato merito al club, a Gasperini che in tutti questi anni ha fatto un lavoro straordinario. Ho grande stima di lui che è stato anche il mio allenatore. E’ una persona che stimo molto perché tramite il duro lavoro ha ottenuto grandi risultati, oggi l’Atalanta è una realtà. Non vinci l’Europa League se non sei forte. Magari l’Atalanta potrebbe sottovalutare la partita visto l’anno scorso e il fatto che quest’anno non stiamo disputando coppe. Loro stanno facendo la Champions e sono strutturati per quella competizione. Chi come noi non gioca le coppe può essere avvantaggiato, ma la nostra rosa comunque è tanto lontano da quelle delle squadra di Champions».

Come sta Lobotka? Soddisfatto di Gilmour?

«Lobotka sarà pronto per la prossima partita. Siamo nelle fasi conclusive di recupero, sicuramente non era un problemino come qualcuno aveva etichettato. E’ in fase di recupero, bisogna pazientare. Zero dubbi su quello che sta facendo Gilmour, lui era un mio cruccio, il fatto di avere qualcuno che meritava di giocare e poi vedevi Lobotka fare delle prestazioni eccezionali. Billy sta facendo molto bene e sono contento».

Lei sente che questa squadra ha già assorbito la sua mentalità?

«Continuo a parlare di lavori in corso. Non puoi pensare in quattro mesi di aver trasmetto tutto. Sicuramente ho trovato dei ragazzi disponibili e quindi preparati a voler comunque migliorare. Comunque in una situazione di costruzione hai bisogno di effettuare un determinato percorso, si può dire quello che si vuole ma la mia esperienza dice che non possiamo fare dei salti multipli altrimenti cadrebbe la teoria del lavoro e della costruzione, sarebbe troppo semplicistico. Poi mi auguro di sbagliare. Dobbiamo tapparci le orecchie e continuare a lavorare sapendo che ora è un momento positivo, potrà accadere che ci saranno momenti meno positivi».

Con l’Atalanta può esserci un’altra verifica?

«Sinceramente non so se può essere catalogata come sfida da scudetto. E’ una sfida tra due squadre che vogliono entrare in Europa. Se sarà una sfida scudetto lo lascio a voi. Per noi loro sicuramente possono essere un esempio, in questi anni hanno costruito e a volte sono andati via giocatori importanti. Ricordiamoci che il Napoli ha perso giocatori importanti. Ripeto va dato grande merito a Gasperini a cui va il mio rispetto e al club perché oggi l’Atalanta è conosciuta come una squadra forte».

La crescita di Kvara e Lukaku a che punto è?

«Ricordatevi che alla presentazioni dissi in maniera chiara che il Napoli aveva subito 48 gol ma non si doveva dare la colpa solo ai difensori e ai portieri, ma alla fase difensiva. Ora per la difesa si deve dare lo stesso merito agli undici giocatori che difendono. La fase difensiva la fa tutta la squadra, che nel momento in cui deve difendere ha ritrovato lo spirito di sacrificio. Così deve accadere nella fase offensiva dove tutti dobbiamo essere coinvolti. Mi preme sottolinearlo, non mi è mai piaciuto dare ai reparti o ai singoli giocatori, do merito alla squadra perché siamo tutti coinvolti nelle due fasi. Dopodomani sarà un test probante anche a livello difensivo perché affrontiamo la squadra con il miglior attacco. Cercheremo di essere organizzati. Il primo pensiero sarà fare gol e il secondo non subirlo».

Vincere lo scudetto quest’anno sarebbe un miracolo? A chi avrebbe dato il pallone d’Oro?

«Io sono molto credente e conosco solo una persona che fa i miracoli. Io prego sempre, anche per la squadra e prego che stiano bene. Io sono cattolico praticante. Oltre alla mia famiglia prego anche che i miei giocatori stiano bene. Io e i calciatori possiamo cercare di costruire qualcosa di importante e che duri nel tempo. Poi si dice sempre che Dio vede e provvede. Non ci deve mancare l’apporto nostro, il nostro lavoro. Dobbiamo metterci tutti a disposizione, io per primo, i calciatori per cercare di creae qualcosa di bello che in un campionato può dare punti in più. Non dobbiamo sbagliare niente da questo punto di vista, non ne siamo in condizione. Per il Pallone d’Oro lascio giudicare a chi ne ha competenze, io ho altri pensieri della testa».

Come va gestito l’entusiasmo?

«L’entusiasmo per noi deve essere benzina, lo vedo come una cosa positiva. Noi dobbiamo cercare di alimentare la passione venendo a Castel Volturno ogni giorno e lavorando per cercare di rendere i tifosi orgogliosi, al di là del risultato che è relativo. I tifosi devono vedere l’attaccamento, il senso di appartenenza. Sentirli cantare a Milano a fine partita, sono cose che devono darci forza anche nei momenti di difficoltà. Io non sarò mai la persona che smorza l’entusiasmo, è giusto che i tifosi sognino la cosa più bella per il Napoli. Io in maniera realistica dico che abbiamo iniziato un percorso per cercare di dare qualcosa di importante e di stabile. I tifosi meritano grandi gioie».

Politano e il suo spirito di sacrificio

«Matteo è stato il primo a “lanciarmi” questa idea. Perché in alcune partite c’è bisogno che si abbassi, è stato lui a darmi questo input. Lui lo sta facendo in maniera perfetta, ma lo ha fatto bene anche Ngonge contro il Lecce. Al tempo stesso nella fase di non possesso quando troviamo squadre che attaccano con quei cinque canali, in Italia ci sono squadre che abbassano un centrocampista. Tante cose sono sdoganate a livello tattico. Io a Matteo non chiedo di abbassarsi sulla linea, è logico che dobbiamo trovare degli accorgimenti. Quando parlo di fase difensiva parlo anche di centrocampisti o un esterno come Politano che ha caratteristiche più specifiche».

Il piano contro l’Atalanta

«Noi stiamo preparando la partita. Diciamo che oggi ho rotto abbastanza le scatole per fargli capire alcune situazioni perché la partita di calcio va preparata prima di essere giocata. Dobbiamo essere bravi a far vedere al calciatore cosa accadrà la domenica. Se tu ti sei preparato un po’ prima, si cerca di dare al calciatore delle soluzioni. Poi ti aspetti che il calciatore scombini alcune situazioni. La preparazione sopratuttto con squadre molto fisiche come l’Atalanta è molto accurata, devi rompere tanto le scatole ai tuoi calciatori».

In questo tridente immaginario formato da Conte-Lukaku-Kvara, quanto conterà per le scelte personali Antonio Conte?

«Premetto con molta onestà che è stato un argomenti di discussione con i capi della comunicazione. Voglio chiarire che il Napoli vince e il Napoli perde. Non c’entra niente Conte vince, Conte perde. Capisco anche alcune situazioni, ma sono rimasto un po’ interdetto dopo Inter-Juve, trovando un titolo dove si diceva che io stavo godendo. Mi hanno spiegato il perché, lo capisco ma il concetto deve essere unico: noi vinciamo, noi perdiamo. Anche questo discorso di dare specifici meriti a un giocatore o a un allenatore per me è molto sbagliato. Queste cose mi infastidiscono. Mi auguro che in futuro non vengano fatte queste distinzioni, noi vinciamo e perdiamo tutti insieme. Non voglio prendermi meriti che ad oggi sono temporanei, sono passate solo dieci partite. So benissimo che oggi che non prendiamo gol Politano è una chicca, quando prenderemo gol qualcuno dirà che è troppo basso. Stiamo facendo le cose bene, io questo posso dire. Ma per fare le cose bene c’è bisogno di tutti».

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