Non si sa molto dell’evento: chi trasmetterà le partite? Chi sborserà i soldi promessi? Mancano sette mesi e la Fifa fin qui ha poche risposte
La Süddeutsche torna sul Mondiale per Club targato Fifa. Se al Pallone d’Oro sono mancati i tre tenori (Ronaldo, Messi e Neymar), la Fifa non può permettersi di farne a meno. Servono per promuovere il nuovo torneo. Per questo al Mondiale per club che si svolgerà negli Stati Uniti nell’estate del 2025 ci sarà anche Lionel Messi. Infantino, con una mossa “sottile”, a metà tra genio e astuzia, “ha aggiunto il club del campione del mondo argentino alla lista dei 32 partecipanti e gli ha subito assegnato un posto di rilievo“.
Ma “se si tratti davvero di una forzatura o solo di un temporaneo artificio di marketing, è una delle tante incertezze di questo torneo“. I punti interrogativi sul Mondiale promosso da Infantino ormai non si contano più. E la cosa che lascia ancor più perplessi è che mancano appena sette mesi all’inizio.
Leggi anche: Anche il Times ha capito che Infantino porta Messi al Mondiale per club per una questione di sponsor
I tanti interrogati al Mondiale per Club
“Il torneo «riunirà alcune delle più grandi stelle del calcio», promette la Fifa in uno dei suoi tanti messaggi pubblicitari, e non è una bugia. Resta solo da vedere cosa si intende con il termine «stella»“. In altri termini, squadre come il Bayern Monaco non possono certo permettersi di non schierare i grandi nomi della rosa. Ma i vari Kimmich, Musiala saranno disposti a giocare un grande evento internazionale nel caldo dell’estate americana dopo una lunga stagione in Europa e poi giocare anche le eventuali finali della Nations League con la Germania? Una domanda che non ha una risposta scontata. Al momento sembra che i calciatori non abbiano molta scelta.
Ma qui subentra “lo sciopero” minacciato da diversi calciatori europei. I grandi club d’Europa però non possono fare tanta economia. In gioco c’è “la reputazione, l’internazionalizzazione e le quote di mercato globali, ci sono molti soldi in gioco“. Si parla di un premio di partecipazione pari a 50 milioni. Sgombriamo il campo, non saranno mai 50. I club dovranno verosimilmente accontentarsi di 25 milioni di euro, o giù di lì. Ma non basta. “Non si sa molto sui dettagli dell’evento. Ciò è dovuto alla scarsa politica di comunicazione della Fifa e a molti requisiti poco chiari: diritti televisivi, marketing, finanziatori: sono questioni centrali“.
Soldi, sponsor, diritti tv: nessuno sa nulla
Uno sponsor la Fifa ce l’ha. Si tratta del colosso cinese di elettronica Hisense. Ma anche qui, uno solo grande sponsor non basta. L’elefante nella stanza sono i diritti televisivi. Chi trasmetterà le partite? I tifosi faranno un altro abbonamento?
“Non è stato raggiunto un accordo a livello mondiale, è fallito un accordo con Apple, ora i diritti tv vengono pubblicizzati individualmente per ciascun mercato, ma finora non si hanno notizie di successi da nessuna parte del mondo. Se si chiede in giro in Germania, nel settore regna l’incertezza. Molte sono le incognite, prima fra tutte la questione di quanto saranno effettivamente entusiasti i tifosi tedeschi riguardo a questo nuovo format. Si avverte la necessità di guardare Bayern-Auckland in estate e quanto sarebbero disposti a pagare i tifosi su un canale televisivo a pagamento?”
Alla fine della fiera, resta un’altra grande domanda: “da dove verranno tutti i soldi promessi?”
Leggi anche: Tebas: «Infantino dovrebbe rinunciare al Mondiale per club, o spiegare dove troverà i soldi»
Nel caso di un fallimento totale, “da un lato, la Fifa dispone delle cosiddette riserve, che alla fine del 2023 ammontavano all’incredibile cifra di 3,5 miliardi di dollari“. Di certo Infantino non sarebbe contento di sborsare di tasca propria il denaro. “Un nome che viene sempre sussurrato nel dibattito sui finanziamenti è quello dell’Arabia Saudita. Il regno è l’unico candidato ad ospitare i Mondiali del 2034, la premiazione ufficiale avverrà alla fine dell’anno. E proprio di recente la Fifa ha annunciato un accordo di sponsorizzazione con la compagnia petrolifera saudita Aramco”.