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Gullit: «Real Madrid-Milan, ero in camera con Ancelotti, era nervoso, mi chiedeva come facessi a dormire»

Marca lo intervista per la storica partita di 35 anni fa. «Un tempo noi calciatori ci rimproveravano a vicenda per migliorarci. Il Milan deve riscrivere la sua storia»

Gullit: «Real Madrid-Milan, ero in camera con Ancelotti, era nervoso, mi chiedeva come facessi a dormire»
1987 archivio Storico Image Sport / Milan / Ruud Gullit / foto Aic/Image Sport

Marca ha intervistato Ruud Gullit. L’occasione è la sfida di mercoledì in Champions tra Real Madrid e Milan, sfida che richiama l’epica partita di 35 anni fa in Coppa dei Campioni, il celebre 5-0 per il Milan a San Siro, che simboleggiò il cambio della guardia ai vertici del calcio mondiale.

«Sono ricordi indimenticabili. Ho dormito con Ancelotti in camera. Era sempre molto nervoso prima delle partite. La mattina prima della partita contro il Real Madrid mi diceva sempre che non capiva come riuscivo a dormire come un bambino, perché lui non riusciva a dormire proprio».

Ancelotti segnò il primo gol della partita con un gran tiro dai 25 metri. Cosa pensavi di Ancelotti in quel periodo? La vedevi come allenatore?

«Vedevo già Ancelotti come allenatore, era sempre impegnato a studiare per diventare allenatore».

Come era quel Milan?

«C’erano tanti leader nella squadra, ci aiutavamo molto a vicenda. La cosa divertente è che oggigiorno non si vede più, tutti parlano, ma non si correggono a vicenda. Ai miei tempi, se non facevi bene il tuo lavoro, ti sgridavano, ma perché tutti volevamo riuscirci».

Quel Milan ha fatto storia, ha cambiato il modo di giocare con Sacchi e anche con la figura del suo presidente Silvio Berlusconi di cui Gullit ha un bel ricordo.

«Berlusconi è stato uno dei migliori presidenti che potessi immaginare. Ogni settimana veniva agli allenamenti, ci parlava, era carismatico. Ha fatto un ottimo lavoro. Sono felice di aver potuto avere un presidente come lui. Penso che ora il presidente del Real Madrid abbia lo stesso carisma. È importante avere una figura che ami il club, che abbia quel sentimento. Hanno questo in comune. Le squadre oggi sono guidate da stranieri e americani che acquistano i club per soldi, non per la storia della squadra. Ecco perché a volte è difficile provare quella sensazione. Non è un caso che i migliori club abbiano una figura presidenziale più simile a Berlusconi e Florentino Perez».

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«Ora il Real Madrid è al culmine della sua storia. L’attuale Real Madrid è una squadra fantastica. Ogni volta che li affronti hai la sensazione di poterli battere. Poi, però, succede sempre qualcosa, individualmente fanno la differenza. Due anni fa stavano per perdere contro Psg, Chelsea, Manchester City, e hanno segnato gol miracolosi negli ultimi minuti, incredibili. Questo è il Real Madrid, non puoi mai darli per morti. Hanno giocatori con una mentalità particolare».

Il Milan non assomiglia molto al tuo in questo momento.

«Il Milan è cambiato molto, non conosco più nessuno di quelli che lavorano lì. È un peccato, perché fa parte della mia storia. Spero che i proprietari del Milan creino la loro eredità, ma ci vuole tempo. La scorsa settimana hanno perso con il Napoli. Salgono, scendono, perdono, vincono, al momento non hanno ancora trovato la strada. Due anni fa ce l’hanno fatta quando hanno vinto la Serie A e io ero molto, molto felice. Creare la propria storia richiede molto tempo».

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