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Il messaggio di De Laurentiis è solo la conferma che il Napoli ha vinto nonostante Napoli

Impallinare la capolista è uno dei tanti record della città. Nulla di nuovo. Non a caso Sorrentino ha scelto “Era già tutto previsto” come tema musicale di Parthenope

Il messaggio di De Laurentiis è solo la conferma che il Napoli ha vinto nonostante Napoli
From L) Italian actress Celeste Dalla Porta, Italian director Paolo Sorrentino, Italian actress Isabella Ferrari, and Italian actress Stefania Sandrelli arrive for the screening of the film "Parthenope" at the 77th edition of the Cannes Film Festival in Cannes, southern France, on May 21, 2024. Valery HACHE / AFP

Il messaggio di De Laurentiis è solo la conferma che il Napoli ha vinto nonostante Napoli

Napoli ama battere ogni record di incompetenza e autolesionismo. La squadra prima in classifica subissata di critiche è l’ultima delle trovate della piazza che continua a essere surrealmente raccontata come una delle più calde del pianeta calcio. Al punto che De Laurentiis – certamente forzato da Antonio Conte – è stato costretto a scrivere un lungo messaggio per ricordare che lo scudetto non è l’obiettivo stagionale. Il post Napoli-Atalanta è stato uno spettacolo di arte varia di uomini innamorati di sé.

Purtroppo Napoli è una melassa che provoca amnesia. È passato in cavalleria lo scudetto vinto in opposizione alla piazza. Nessuno lo ricorda mai perché non è funzionale alla narrazione che ormai caratterizza la città. È un fenomeno che dilaga da oltre vent’anni. A Napoli impera il fondamentalismo, è un luogo integralista dove necessariamente bisogna adorare la città. Ogni critica alla primazia di Napoli è apostasia. Sono concetti che ahinoi abbiamo espresso tante di quelle volte che in questa occasione abbiamo persino sorvolato. Napoli è questa. Bisogna prenderne atto. Anzi siamo rimasti favorevolmente sorpresi dagli applausi del Maradona dopo lo 0-3 con l’Atalanta a da quei tifosi che hanno capito perfettamente che è in atto una ricostruzione.

Visto che ormai ci siamo, ricordiamola l’estate degli A16, di quelli che piangevano per Insigne, Mertens e Koulibaly, che ridevano agli arrivi di Kvaratskhelia e Kim (che fu persino deriso da uno striscione della tifoseria organizzata. Tifoseria organizzata che invece oggi , va riconosciuto, sostiene squadra e progetto. Al pari di tanti altri tifosi, anche ex contestatori). Quello scudetto fu vinto in opposizione alla città. Opposizione che raggiunse il suo culmine con la contestazione a De Laurentiis il giorno di Napoli-Milan 0-4. A SCUDETTO ABBONDANTEMENTE VINTO. Lo scriviamo in maiuscolo, ci teniamo. Seguirono le infelici dichiarazioni di Spalletti sull’imprescindibilità del tifo organizzato per il ritorno di Napoli-Milan in Champions (ma l’allenatore dello scudetto va perdonato, era entrato in modalità “De Laurentiis è il mio avversario”) e la ormai celebre foto del presidente con gli ultras. Fu siglato un armistizio, anche perché le autorità erano terrorizzate dalla prospettiva di incidenti nel corso della festa scudetto. Quando si tratta di ballare, Napoli (come tutti) è in prima fila. Ma il concorso della città a quella campagna acquisti e a quello scudetto, fu nullo.

Detto questo, possiamo mai sorprenderci del rumore di fondo che ci ha accompagnato dopo la sconfitta con l’Atalanta? La risposta è scontata. In tanti erano rimasti spiazzati – e qualcuno frustrato – per la vittoria a San Siro contro il Milan. Lo sfogo è stato solo rimandato di una settimana. Domenica sera c’è l’Inter, altra occasione succulenta. Agli inenarrabili danni di un certo sarrismo (Alfonso Fasano scrisse un saggio, così come Andrea Antonioli) va aggiunto anche questo mormorio (o schiattiglia) che potremmo definire neoborbonismo calcistico. Ripetiamo: c’è e sempre ci sarà.

È inutile dilungarsi. Napoli è questa. Parthenope – il film di Sorrentino – la descrive fin troppo bene sia pure in modo sorrentiniano. Dalla scelta della canzone guida “Era già tutto previsto” alla meravigliosa frase perculante sui titoli di coda: “E comunque Dio non ama il mare”, al figlio di Silvio Orlando. Di più non avrebbe potuto, sarebbe stato processato in pubblica piazza.

Lo spettacolo cui assistiamo quest’anno è solo l’ennesima conferma che il Napoli è anni luce avanti a Napoli. E che aveva ragione De Laurentiis quando diceva – bei tempi – che si poteva chiamare Napoli o Eugenio, sarebbe stato la stessa cosa. Il Napoli ha vinto (poco) nonostante Napoli. La storia non si cambia. Nemmeno il dna di un luogo e dei suoi abitanti.

Il messaggio di De Laurentiis

Aurelio De Laurentiis, in procinto di partire per Los Angeles, ha così inviato un lungo messaggio ai tifosi:

Cari tifosi del Napoli, sto partendo per Los Angeles e rientrerò in tempo per Napoli-Roma. Vorrei rassicurarvi sul fatto che il verbo ‘ricostruire’, da me pronunciato la scorsa estate, ha un significato preciso: è un percorso appena iniziato e ci vorrà calma e pazienza per arrivare a meta, anche se siamo partiti molto bene. Ho visto troppe reazioni improprie, anche perché non siamo al Fantacalcio. Ricostruire significa gettare le basi per un futuro duraturo sul piano dei risultati, come è stato per 14 anni di fila. Ci vuole tempo, pazienza, lavoro e soprattutto l’appoggio e l’abbraccio di tutti voi tifosi, perché il Napoli è diventato non solo una squadra importante ma anche la bandiera di una città che sta vivendo una fase straordinaria di Rinascimento. Pensare oggi allo scudetto è un errore ingannevole che può diventare un atto di presunzione che dobbiamo evitare. L’obiettivo di tutti noi è ritornare in Europa, consapevoli che dovremo batterci con squadre del calibro dell’Inter, della Juve, del Milan, dell’Atalanta, della Lazio, della Roma, della Fiorentina e di tante altre ancora. Quindi, godiamoci questo splendido inizio di stagione e ricordiamoci che siamo una squadra in “costruzione”. Poi comunque…mai dire mai… Forza Napoli Sempre e a presto!

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