Al Fatto: «per loro i problemi sono diventati solo il genere maschio, femmina o neutro. Tra Trump e Harris non so per chi avrei votato»
Sabrina Ferilli intervistata dal Fatto quotidiano (a firma Alessandro Ferrucci) sulle elezioni americane.
Sabrina Ferilli, è stupita della vittoria di Trump?
No, era immaginabile.
Le piace?
Non lo ritengo una persona da stimare, non è il mio ideale di politico, ma neanche Kamala Harris lo è.
Tra Trump e Harris chi avrebbe votato?
(Silenzio) Non lo so; (altra pausa) non sono neanche una grande estimatrice degli Stati Uniti, un Paese che solo nel 1974 ha concesso alle donne la possibilità di aprire un conto corrente o di possedere una carta di credito senza la firma del marito o del padre.
La sinistra è senza identità?
No, hanno proprio sfasciato una serie di riferimenti fondamentali.
Tipo?
Anche con la sinistra al governo la possibilità di abortire si è tramutata in sogno; anche frequentare scuole attrezzate e sicure è un sogno; i servizi sanitari sono un mega-sogno. Mentre per loro i problemi sono diventati solo il genere maschio, femmina o neutro; o il poter chiamare ‘signora’ una donna che nasce con l’organo genitale maschile. Per carità, sono una questione, ma non possono diventare l’unica o la principale.
Risultato?
Che oggi il primo che arriva con 20 euro in mano e la frase “te li regalo”, diventa un motivo sufficiente per votarlo; (pausa) perché un tema importante come la sicurezza è solo appannaggio della destra? Perché sicurezza e immigrazione sono argomenti tabù a sinistra? Sono questioni centrali. Ma se li tratti vieni tacciato di fascismo, di “cattivismo”.