A France Football: «sentire il mio nome è stato speciale perché era il momento in cui parte del pubblico gridava un altro nome (Vinicius Jr.)»
Rodri: «Real assente alla cerimonia del Pallone d’Oro? Io non avrei agito allo stesso modo»
Rodri, fresco vincitore del Pallone d’Oro, ha rilasciato una lunga intervista per France Football, dove ha parlato delle sensazioni che provato dopo aver vinto e ha commentato la decisione del Real di non presenziare alla cerimonia.
Come si è sentito prima che George Weah aprisse la busta con il nome del vincitore?
«Mi sono passate per la testa molte cose. Rispetto all’anno scorso, questa volta avevo una possibilità reale e speravo di sentire il mio nome. Inoltre, è stato speciale perché era il momento in cui parte del pubblico gridava un altro nome (Vinicius Jr.). Quando ho sentito George Weah pronunciare il mio nome, ho nascosto il viso tra le mani, non potevo crederci. Ho guardato la mia famiglia, i miei amici, e poi ho cercato il più possibile di raggiungere il palco con le mie stampelle».
Negli ultimi secondi prima del verdetto, ha avuto paura di non essere chiamato?
«No, non ho avuto paura di perdere perché, secondo me, un trofeo individuale è sempre un guadagno, una ricompensa, è sempre positivo. Non si può essere tristi per non aver vinto un premio individuale perché non è una decisione tua, ma il risultato di una votazione. È nella natura umana cercare un riconoscimento per il proprio lavoro, ma questo riconoscimento viene prima di tutto da me stesso. Faccio questo lavoro di valutazione dei miei progressi e delle mie prestazioni, in modo da poter essere orgoglioso di ciò che ho ottenuto».
Rodri: «Dopo l’infortunio, la cerimonia del Pallone d’Oro è stata una boccata d’aria fresca»
Per molto tempo Vinicius Jr è stato indicato come vincitore. Lei ha esitato a presentarsi perché era infortunato?
«No, per niente. Quando qualcuno riconosce il tuo valore a un livello molto alto, che tu sia il vincitore finale o meno, è bello esserci. E poi, quest’anno, con il mio lungo infortunio e la riabilitazione, questo evento è stato come una boccata d’aria fresca. Quindi, quando ho deciso di venire, è stato soprattutto per godermi questa splendida serata».
Prima del verdetto sapeva di essere il vincitore?
«Oh no, per niente. In realtà mi ha sorpreso che tutti me lo abbiano chiesto. Nessuno mi ha mai detto nulla prima della cerimonia. Sapevo da tempo che quest’anno la regola sarebbe stata questa. E ha funzionato perché, fino alla fine, il vincitore non lo sapeva. A mio parere, questa decisione di non rivelare nulla fino al verdetto finale è un’ottima cosa. Per essere precisi, a mezzogiorno, quando ci stavamo preparando a salire sull’aereo, abbiamo ricevuto diversi messaggi da amici che ci dicevano che il Real Madrid non sarebbe venuto. La mia prima reazione è stata: non ci credo, è solo una fake news. Quando sono atterrato a Parigi, ho ricevuto ancora più messaggi di congratulazioni. A quel punto ho iniziato a pensare: wow! Ero arrivato in aereo solo per partecipare alla cerimonia e sono atterrato in una posizione in cui ero “virtualmente” vincitore. (Ride). A un certo punto ho detto: “Smettiamo di ascoltare tutto questo, andiamo a goderci la serata e vediamo cosa succede”».
Sente che tutte queste polemiche l’hanno privata un po’ del suo momento?
«Cosa vuoi che ti dica? Che avrei preferito che ci fossero tutti? Certo che sì. Mancavano il secondo, il terzo, il quarto e così via. Vogliamo che tutti i migliori giocatori del pianeta siano presenti in una serata come questa. La migliore squadra dell’anno (il Real Madrid) non è venuta alla cerimonia, anche se sono stati incoronati il miglior allenatore (Carlo Ancelotti) e il capocannoniere (Kylian Mbappé). Devo rispettare le decisioni di tutti. Anche se io non avrei agito nello stesso modo. Ma loro fanno quello che vogliono».
Prova amarezza per questo episodio?
«Sinceramente? No, per niente. Era il mio momento. Volevo soprattutto pensare ai miei cari che erano lì, non a quelli che non c’erano».
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