Il Corriere dello sport: partita intelligentissima firmata Antonio Conte nella regia e interpretata al meglio da tutti, dal primo all’ultimo
Il Napoli conferma che lo scudetto non è un’illusione: mostra l’abilità dei camaleonti e la ferocia dei leoni.
A scriverlo è il Corriere dello Sport con Fabio Mandarini:
Il Napoli conclude la sua stagione a San Siro illeso, ancora primo da solo e da ieri sempre più convinto che lo scudetto non è un’illusione. Ma sarà battaglia vera: ci sono sei squadre in due punti. L’1-1 con i nerazzurri è una risposta convincente, da grande gruppo, urlata con una partita intelligentissima firmata Antonio Conte nella regia e interpretata da tutti, dal primo all’ultimo, con l’abilità dei camaleonti e la ferocia dei leoni. La stessa con cui il signor Antonio ha ruggito contro il Var: furioso per il calcio di rigore sbagliato da Calhanoglu. Non è stata abbagliante, ma è stata di certo una sfida ad armi pari (duelli 51.8% Inter, possesso 53.2%) orientata tra presente e futuro: perdere avrebbe fatto male a tutti. E tutti hanno rischiato: un gol ciascuno nel primo tempo, gli errori di Calha dal dischetto e di Simeone al 94′.
Il Napoli non perde con l’Inter nonostante Dumfries-Cuadrado e il Devoto-Marotta (il Napolista)
Punto esclamativo a Milano! Il Napoli esce imbattuto e da capolista nonostante Mariani e la trasformazione di Dumfries in Cuadrado. «Io non la giudico, lei non giudica me». Devoto Marotta, antropologia del Var.
Pronti via ed Acerbi recita I have a dream nelle orecchie di Lukaku per penitenza. Politano fa il terzino, e Conte fa il Conte. Loro hanno la palla noi il controllo: ça va san dire.
Primo Corner, spizzata di Amir e McTom zittisce San Siro. Lo scozzese è la cazzimma in smoking. Zero ad uno.
Gilmour messo a uomo su Calhanoglu si scorda Chalanoglu. I Meret ci arriva a metà, tocca solo.
Uno ad uno.
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Si riparte. Loro spingono forte, noi ci stringiamo tipo falange macedone con sarisse e scudi. Alessandro Buongiorno è Magno. Msret ritorna Bucefalo
Rientra Lobotka e l’ansia trova una tregua insperata.
Mariani scambia il calcio per la banca dell’acqua e concede un rigore di pura immaginazione che Calhanoglu sbaglia per giustizia divina.
Si resta uno ad uno.
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Entra Ngonge che all’ultima curva regala il match point a Simeone. Giovanni sbaglia il colpo del delitto perfetto, quello che avrebbe mandato in analisi mezza Italia calcistica.
Punto prezioso. Da Milano ne portiamo via quattro su sei e ci torniamo l’anno prossimo. Quattro scontro diretto archiviato, cinque punti ottenuti. Cone ha raffronto ciò che aveva previsto: alla sosta da capolista. Tutto il resto è la solita aria fritta