“Il rinvio di due partite potrebbe essere un cataclisma grande quasi quanto il disastro naturale che ha devastato Valencia”
“Ci deve essere stato un momento nella storia in cui il calcio è diventato essenziale solo per se stesso”. E dev’essere stato, scrive El Paìs in un’analisi di David Exposito, quando “è diventato un’industria multimilionaria senza margine di errore. E per come è il calendario, con sempre più partite e competizioni per riempire le casse di club, giocatori, sponsor o dirigenti, un’inondazione a fine ottobre è una vergogna, sì, ma poco di più. Il calcio deve continuare perché se si ferma si rompe”.
Il calcio, scrive il giornale spagnolo, è “un business vivace e fragile in parti uguali per il quale ogni imprevisto significa un tracollo. Avevamo già potuto constatare come il confinamento forzato durante il covid e la conseguente sospensione delle competizioni avessero precipitato quasi tutte le squadre professionistiche in una crisi finanziaria dalla quale alcune, anche oggi, non si sono ancora riprese. Il rinvio di due partite di campionato potrebbe essere un cataclisma grande quasi quanto il disastro naturale che ha devastato Valencia”.