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Gasperini: «Allenare in Arabia? Il coronamento di una carriera, ma solo se potessi portare nuove idee»

Il tecnico dell’Atalanta: «C’è stata la possibilità, ma non ero mentalmente pronto. Ci sono state tante filosofie nel calcio, io credo che dal bel gioco arrivino alte possibilità di vittoria».

Gasperini: «Allenare in Arabia? Il coronamento di una carriera, ma solo se potessi portare nuove idee»
Mg Dublino 22/05/2024 - finale Europa League / Atalanta-Bayer Leverkusen / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Gian Piero Gasperini

Il tecnico dell’Atalanta Gian Piero Gasperini ha parlato alla presentazione del libro di Luigi Garlando, giornalista de La Gazzetta dello Sport.

Gasperini: «Allenare in Arabia? Il coronamento di una carriera, ma solo se potessi portare nuove idee»

«Accetterei i soldi sauditi come ha fatto Mancini? Presto per dirlo. C’è stata la possibilità, ma non ero mentalmente pronto e avevo un impegno. L’ipotesi saudita resta viva? Solo se avessi la convinzione di poter portare qualcosa di nuovo. Così avrebbe un senso, oltre i soldi. Sarebbe il coronamento di una carriera».

Ha poi parlato delle sue idee e del ruolo dell’allenatore:

«Gli allenatori li metterei tutti in Paradiso, è un lavoro che ha alti e bassi incredibili: momenti di esaltazione e momenti in cui tutti sono in difficoltà. Il talento è sempre più raro in un calcio che va veloce ma è la cosa più bella, la prima cosa che cerchi di notare in un ragazzino delle giovanili: la sensibilità, la fantasia, la facilità di giocata. La tattica individuale fa parte del talento, come un giocatore gestisce la posizione del corpo, il controllo, la protezione del pallone. Il calcio è complesso e fatto di tanti ingredienti che vanno combinati fra loro per comporre una squadra vincente».

Ha continuato:

«Molto mi viene detto sul gioco uomo a uomo a tutto campo, poco sul fatto che le mie squadre facciano tanti gol. Il calcio rimane uno spettacolo: quando hai stadi così pieni devi offrire a chi paga qualcosa che piace. Ci sono state tante filosofie, c’è stato un periodo in cui contava solo vincere, ma io credo che una più alta possibilità di vincere derivi proprio dal buon calcio. Io non ho mai avuto dubbi: quando una squadra si esprime bene ha più chance di vincere. Ognuno ha dei propri record e dei traguardi da raggiungere: quando si riesce a superare sé stessi c’è una grandissima vittoria e il calcio insegna anche a perdere e a ripartire, creando un nuovo obiettivo».

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