Il difensore azzurro: «Tutta la squadra lavora ogni giorno per trovare più linee di passaggio possibili»
Alessandro Buongiorno ha rilasciato delle dichiarazioni a ‘Cronache di spogliatoio‘. Dopo aver rifiutato diverse squadre, l’ex Torino è approdato alla corte di Antonio Conte, dove sta diventando pian piano il vero regista della squadra.
«Lui di Torino, tu di Torino… non era difficile trovarsi».
«No no assolutamente. Tra l’altro, ci siamo incontrati una sera per caso in un ristorante e quindi ci siamo parlati 10-15 minuti. Dopodiché ci siamo sentiti qualche volta e poi appunto ho scelto Napoli».
«Tocchi la palla 68 volte a partita, come Di Lorenzo. Solo Rrahmani la tocca di più. Ti chiedo se ti stupisce e se un po’ è cambiato il ruolo del difensore».
«Beh assolutamente, adesso il difensore è il primo da cui deve partire l’azione. Con il mister stiamo lavorando tanto anche su questo aspetto qui, sul fatto di muoverci molto per riuscire a ricevere la palla dal portiere, dai compagni».
«Queste sono le zone in cui tu tocchi il pallone, a proposito di trovarsi disponibile in zone del campo, se guardi contro la Roma, non sono proprio zone semplici. Questa zona da Kvara che da difensore centrale».
«Sì sì esatto c’è stata questa nostra costruzione dove riuscivamo anche a trovare gli esterni. Poi appunto è successo un paio di volte dopo le loro pressioni che il mister ci chiedesse di allargarci affianco ad Alex, a Meret per riuscire a ricevere palla e cercare comunque di trovare delle linee di passaggio no. Perché tu allungandoti, allungando la squadra avversaria riesci poi a trovare più linee di passaggio ovviamente».
«Abbiamo notato che dal Lobotka di Spalletti al Lobotka di Conte, Lobotka gioca più avanti, proprio perché sei tu che fai molto di più con il lavoro di regista».
«Sì io e Amir appunto come dicevo prima dobbiamo un po’ cercare di fare questo tipo lavoro qua. Ovviamente più avanti riceve la palla poi più possibilità ha anche lui di giocare più avanti, di trovare giocatori molto avanzati. Serve tutto il movimento di giocatori, centrocampisti, gli attaccanti, magari con sponde per permettergli appunto di cercare di ricevere la palla più avanti possibile».