A Sportweek: «Jannik mi piace perché vuole sempre migliorarsi. Una cosa è vincere due Slam, un’altra è restare ad alti livelli per tanti anni».
Dopo le Atp Finals 2024 a cui non ha preso parte per infortunio, Novak Djokovic vorrebbe ritornare in gran forma per la prossima stagione del tennis. L’intervista rilasciata a Sportweek.
Djokovic: «Posso ancora battere Sinner e Alcaraz, la mia esperienza può tornarmi utile»
Cosa dobbiamo aspettarci il prossimo anno?
«Nel 2024 ho giocato molto, si è trattata di una stagione poco proficua rispetto agli ultimi dieci anni, con molti alti e bassi. Sento però che posso ancora giocare ad alto livello. Nel frattempo, Sinner e Alcaraz si sono affermati come i due migliori al mondo, senza dimenticare Zverev. Tutti loro saranno i principali candidati a vincere Slam. Io fisicamente e mentalmente sono pronto per giocare ancora il mio tennis, ho la sensazione di poter sfidare questi ragazzi, e la mia esperienza può tornare utile. Quindi l’anno prossimo giocherò di più e gli Slam saranno la mia priorità».
Cosa pensa della stagione di Jannik Sinner?
«Amo l’Italia, ho anche imparato l’italiano. Sinner me lo ricordo quando aveva 14-15 anni e già allora ne parlavamo bene: aveva già la giusta mentalità e concentrazione per vincere. Non mi sorprende vederlo oggi a questi livelli. E il fatto di lavorare con Cahill, uno che ha già seguito tanti numeri uno, non può che essergli di grande aiuto. Inoltre, Jannik mi piace perché vuole sempre migliorarsi. Una cosa sicuramente è vincere due Slam, un’altra è restare ad alti livelli per tanti anni. Deve circondarsi di una squadra competente di cui potersi fidare. C’è poi bisogno del giusto equilibrio tra vita professionale e personale; ma mi sembra che lui abbia capito ciò di cui ha bisogno».
Com’è cambiato il tennis in questi anni?
«Si è evoluta innanzitutto la tecnologia. E anche i materiali sono più leggeri, come le racchette, che danno più velocità e potenza al gioco. Mi piacerebbe però si mantenesse il giusto equilibrio tra l’eredità e la tradizione con i progressi del tennis. Non mancano i dibattiti, come i Master che oggi durano quasi il doppio dei giorni: io preferivo la vecchia formula, migliore per noi e i tifosi, che ti lascia più tempo per riposare».
Il segreto per restare vincenti così a lungo?
«Servono amore e passione per questo sport. La competizione richiede massima professionalità e dedizione. Per me è essenziale sentire il supporto della famiglia. Voglio continuare a scrivere la storia di questo sport, anche se mi considero ancora uno studente. Finché posso restare ai vertici, continuerò a giocare».