Per il Guardian la crisi del City è una questione di motivazioni: “manca il perché. Perché sgobbare per un altro titolo di campionato? Hanno vinto tutto”
“Guardiola continuava a tenere alzate sei dita, orgoglioso, quasi incredulo, come se scoprisse il concetto di dita per la prima volta”, scrive con il consueto sarcasmo Jonathan Liew sul Guardian. Però mentre altri, ad esempio un affilato Oliver Brown sul Telegraph, sono rimasti all’analisi del gesto più o meno contundente, l’editorialista del Guardian si concentra “sulla velocità concussiva del crollo” del Manchester City.
“Un crollo che fino a due settimane fa era ritenuto non solo improbabile, ma inconcepibile. Dovremmo essere più scioccati dal fatto che una dinastia così inespugnabile possa sostanzialmente implodere in tre settimane? O più scioccati dall’impresa di sostenere una dinastia così inespugnabile in un mondo in cui può implodere in tre settimane? Forse la misura definitiva degli standard che il Manchester City ha fissato nelle ultime quattro stagioni è stato ciò che è successo quando ha lasciato che quegli standard crollassero così in fretta. Nessuno si è accorto di quanto veloce stesse andando il Titanic finché non si è fermato. Nessuno si è reso conto di quanto fosse assetato di sangue il gruppo degli inseguitori finché non ha finalmente trovato qualcosa da divorare. E in un pomeriggio di tumulto ad Anfield, è stato il Liverpool a venire a mangiare”.
Non è una questione tattica, scrive il Guardian. “I giocatori o non possono o non vogliono, e in entrambi i casi la responsabilità probabilmente ricadrà sull’allenatore. Qualunque leva Guardiola stia tirando – raffinatezza, rinnovamento, lusinghe, confronto – non sta ottenendo risposta”.
Ma secondo Liew “ironicamente, in tutto questo c’è una potenziale soluzione per il City. Gli avvoltoi volteggiano; gli avvocati lavorano; un quinto titolo di fila è probabilmente andato, ma c’è ancora molto da salvare da questa stagione. Ciò che manca è il “perché”. Perché sgobbare per un altro titolo di campionato? Il triplete è stato vinto, la crisi post-triplete è stata evitata, hanno risposto tutti i critici. Qual è la grande idea ora?”
“Forse Guardiola ha sprecato quell’idea quando ha annunciato che sarebbe rimasto per altri due anni. Ma non è troppo tardi per ritrattare, non è troppo tardi per dare a questa stagione una forma e un significato, per dare ai suoi giocatori una ragione per combattere. L’ultima stagione di Pep. L’eredità di una leggenda. E al club per cui ha dato tutto: un ultimo sentito atto d’amore”.