La Gazzetta: “ha sempre esibito calma olimpica, avrebbe potuto ricordare i tanti errori del club ma non lo ha fatto. Ha atteso che parlassero i risultati”
Ancelotti è sopravvissuto all’ennesimo funerale, Florentino e il figlio avevano deciso pure il sostituto
Sulla Gazzetta editoriale molto informato di Filippo Maria Ricci su Ancelotti e il momento di burrasca al Real Madrid con l’esonero nell’aria e i giornalisti vicini a Florentino che scrivevano delle breve vita di Re Carlo. Che invece è ancora là, è a un punto dal Barcellona e ha una partita in meno nonostante i mille infortuni e la gestione discutibile del mercato da parte del club. Ne aveva scritto anche L’Equipe.
Scrive la Gazzetta:
Il sopracciglio di Carlo Ancelotti non si è mai alzato. Intorno infuriava la tempesta, mediatica e caratteriale, e lui niente. Tranquillo. Per vari motivi. Esperienza, vissuto che potremmo anche definire déjàvu, superiorità (ma senza farla pesare), un approccio alla vita e alle intemperie sportive ormai zen. Del resto, dopo che hai avuto a che fare, tra gli altri e in ordine sparso, con Berlusconi, Pérez, Al Khelaifi, la celeberrima triade bianconera, Abramovich, De Laurentiis, Hoeness, cosa può preoccuparti o turbarti?
Dopo il 4-0 incassato al Bernabeu contro il Barça lanciatissimo e poi il 3-1, ancora in casa col Milan al tempo un po’ bistrattato, alla Casa Blanca avevano deciso: «Se perdiamo con l’Osasuna salta l’allenatore». Il Madrid era a -6 dal Barcellona in Liga e perdendo sarebbe stato raggiunto dalla squadra di Pamplona. Florentino Pérez e i suoi più stretti collaboratori, tra cui il figlio “Chivo”, avevano già individuato il successore: Santi Solari. L’ex interista, già passato senza lasciare tracce gloriose per la panchina Blanca, al momento è impiegato dal Madrid per occuparsi della “cantera”. Al Bernabeu finì 4-0 e Carlo salvò la sua prima vita. Senza scomporsi.
Negli ultimi tre turni di Liga, il Barcellona ha fatto un punto, il Madrid 9. Segnando 9 gol, a zero. E così oggi Ancelotti è a -1 da Flick e a +1 su Simeone (che vola con 7 vittorie consecutive, a proposito di allenatori con 7 vite…) ma con una partita in meno.
Ancelotti solo una volta ha alzato la voce, quando lo hanno accusato dell’infortunio di Vinicius
E qui in Spagna ora sono tutti convinti: il RealMadrid rivincerà la Liga. Molte di queste stesse persone erano sicure del rapido licenziamento di Ancelotti e del suo inarrestabile declino, ma così va la vita. E il primo a saperlo è proprio Ancelotti. Di fronte a tale scarso equilibrio emozionale la calma olimpica di Carletto riluce come un’oasi nel deserto. La cosa più interessante di questa tempesta emozionale, con gli scriba del presidente Pérez scatenati nel sottolineare la sicura brevità della vita di Ancelotti sulla panchina del Madrid, è che Carlo avrebbe potuto difendersi sottolineando cose ovvie: una rosa poco compensata e mal confezionata, acquisti roboanti male assortiti, pezzi grossi non rimpiazzati, infortuni in serie, alcuni gravissimi. Niente. Carlo ha parlato d’altro: ha espresso fiducia nei suoi (e in sé stesso), ha mostrato calma e la consueta positività. Si è ribellato solo quando gli hanno detto che doveva togliere prima Vinicius evitando l’infortunio: «Ho alle spalle 1300 partite e circa 4000 cambi, non accetto consigli da nessuno». Perché la misura era colma. Poi, altri sorrisi.