Alla Stampa: «Oggi è troppo semplice distrarsi, le città diventano più grandi e noi più piccoli e isolati. Gli amici sono l’unica possibilità, ma non sono per forza quelli giusti»
Mattia Furlani primo azzurro premiato dall’atletica mondiale come personaggio dell’anno. Vince nella categoria Stella nascente, da 19enne che in questo 2024, nel salto in lungo, ha vinto parecchio. L’ultima medaglia è il bronzo ai Giochi di Parigi. L’intervista alla Stampa, di Giulia Zonca.
Furlani: «Gli amici sono l’unica possibilità, ma non sono per forza quelli giusti»
Ha iniziato a fare risultati da sedicenne, con le mosse e il soprannome da uomo ragno. Ora parla della “sua gente”: meno fumetto e più faccia di una generazione?
«Sì, avverto il fatto che c’è chi guarda a me e mi fa un sacco contento perché è un continuo specchiarsi, quello che trasmetto mi torna. È un dialogo. Certi magari arrivano al campo a Rieti e mi dicono “Grazie perché ti ho guardato e ho mollato il calcio”. Nel senso che stavano attaccati al pallone per l’idea di essere famosi non per giocare e invece a noi serve lo sport come passione. Io la mostro e mi è chiaro che il messaggio arriva, me ne accorgo moltissimo sui social».
Leggi anche: Furlani: «Sognavo di essere Batman. Oggi mi sento ricchissimo, lo sport è come un salvadanaio»
Sui social si cambia idea sulle persone molto spesso:
«Lo so, però ora ricevo parole importanti da giovanissimi e io voglio ispirare, c’è bisogno di ventenni che parlano per i ventenni. Prendere strade brutte oggi per un ragazzino è proprio facile».
Mattia Furlani continua:
«Oggi è troppo semplice distrarsi, le città diventano più grandi e noi più piccoli e isolati. Le persone fanno meno figli, soprattutto perché faticano a mantenerli. Le famiglie, inteso come persone che ti stanno vicino e ti seguono, a prescindere dalla composizione, sono sempre meno. Raggrupparsi con gli amici è l’unica possibilità per non stare soli, ma pure quelli non sono sempre scelti, vengono per prossimità, perché non ci sono altri intorno e non sono per forza quelli giusti».
Leggi anche: Furlani cambierà l’atletica tanto quanto Sinner sta rivoluzionando il tennis (CorSera)
Parla anche dell’episodio di cronaca che ha coinvolto un ragazzo della periferia milanese:
«La noia fa paura e tanti la riempiono a caso. Lo sport ti sposta, ti fa guardare da un’altra parte, ti chiede di restare concentrato, a qualsiasi livello, pretende responsabilità da subito. Dà degli stimoli, invece di dire “tanto non c’è nulla che dipenda da me”, capisci che lavorare per un obiettivo porta a un risultato».