A Sky Calcio Club: «Io so Conte come la pensa: se ho Lukaku buttategli palla e se la vede lui. McTominay non eccelle in qualcosa di clamoroso ma è forte forte in tutto»
Nel corso di ‘Sky Calcio Club, l’ex azzurro Paolo Di Canio ha parlato di Scott McTominay e Romelu Lukaku. Il belga è da sempre il suo bersaglio preferito. Già ai tempi dell’Inter lo definì “panterone moscione”. L’ex Lazio riconosce le qualità fisiche dell’attaccante, contesta però le sue qualità tecniche e anche l’atteggiamo. Su McTominay invece solo elogi:
«Lo abbiamo detto quando è arrivato, il Napoli con McTominay ha fatto un affare perché è 1 metro e 90, è affidabilissimo nel compito, è intelligente. Ha avuto la fortuna di stare con diversi allenatori internazionali e lui intelligente e applicato ha migliorato la sua intelligenza calcistica, come muoversi, i tempi, giocare da mediano o da trequarti nell’inserimento, andare al tiro, nell’assistere. Perché sa fare un po’ tutto, non eccelle in qualcosa di clamoroso, ma è forte forte in tutto. Nel gol al Torino ha stoppato in una frazione di secondo ed è riuscito a calciare con forza sul primo palo: gol e chiude la partita. E’ un gol da trequartista importante».
Il messaggio implicito di Di Canio: “Conte è primo nonostante Lukaku”
«Il Napoli è primo in classifica con un centravanti che latita. Se dai sempre palla a Lukaku e non segna, 18 palle su 20 le perdi: finché sei primo va bene, altrimenti… Alla Juve servirebbe? Senza nessuno sì, sarebbe meglio che niente (scherza, ndr). Conte sta facendo primo in classifica con un centravanti che latita. Anche se fosse il 30% in più andrebbe bene. Già va bene così. Io so Conte come la pensa: se ho Lukaku buttategli palla e se la vede lui. Il problema è che ne perde 18 palloni su 20. Se sei primo ancora va bene, perché fa a spallate», ha continuato Di Canio.
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A proposito di Conte, invece: «A Napoli sta facendo un lavoro straordinario. Conte sa motivare i giocatori in due maniere: fa credere loro di essere i più forti del mondo e così, quando accade qualcosa, loro pensano: ‘Cavolo, allora è vero’; poi, gioca sui punti deboli degli altri. Conte sa che gli avversari non lavorano come i suoi, ti guarda e dice: ‘Io vi darò più degli altri e a me voi darete la vittoria’. Il suo pensiero è: ‘Siamo forti, e gli altri non sono più forti di noi. Con il lavoro, noi vinceremo le partite’. E’ questo il suo credo».