“Lo sfogo contro Russell fa bene alla F1, alimenta lo scontro tra personalità. Verstappen che non si tiene si vende da solo”
Toto Wolff non aveva torto. La Formula 1 è ormai un reality di se stessa, anche indipendentemente dai risultati. Ci era arrivata prima Netflix, con Drive to Survive. Il dissing (ora si chiama così) tra Lando Norris e Max Verstappen piace un sacco a tutti. Il campione del mondo che non si tiene ha un gran fascino: “Sai che c’è? Russell è sempre educato davanti alle telecamere, ma di persona è completamente diverso. Non lo sopporto. Se ne vada al diavolo. Non voglio avere niente a che fare con lui”.
E allora il Telegraph commenta così: “Bam!”. “Il solo fatto che Verstappen fosse disposto a condividere questa opinione, è ciò che lo rende un tesoro per il botteghino”. “Sono in molti a trovare Verstappen discutibile. Fanno riferimento a una presunta ipocrisia, e lo accusano di mancanza di classe nella sconfitta o, in questo caso, nella vittoria. Ma di sicuro rende la Formula 1 più divertente”.
Vale per tutti gli sport quando rompono la barriera del politicamente corretto.
“C’è stato un periodo nel 2022 e nel 2023 in cui Verstappen sembrava essersi calmato – continua il giornale inglese – È stato elogiato per la sua maggiore maturità. Ma lui era sempre lì in agguato. Semplicemente non veniva spinto abbastanza forte. Quando Verstappen è sotto pressione, come suo padre, si arrabbia facilmente. E non si tira indietro di un centimetro”.
“Questo genere di cose è ciò che fa girare lo sport. Le rivalità. I battibecchi. Gli scontri di personalità. Alain Prost contro Ayrton Senna, Nigel Mansell contro Nelson Piquet, Lewis Hamilton contro Fernando Alonso, Verstappen contro Hamilton. Russell contro Verstappen ha ancora molta strada da fare per rivaleggiare con loro, ma è un inizio”.