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Gli scontenti del San Paolo

Che rilassatezza, eh? Finalmente una vittoria in scioltezza. Certo, avevamo di fronte una squadra in grandissima difficoltà, in cui probabilmente, quest’anno, neppure Di Vaio potrà fare granché. Certo, da questa squadra in difficoltà siamo anche riusciti a farci segnare un gol (benedetta la nostra bucatissima difesa), però che volete, è stato bello. Bello stare sopra di un gol dopo soli due minuti e non soffrire più, bello che sia stato un quasi ritrovato Maggio a sferrare il primo attacco. Bello vedere il ritorno di Hamsik, proprio quando da più parti si paventava il suo abbandono. Bello e rassicurante il gol di Cavani, di prima, un grandissimo gol, a confermare che il bomber, il matador, il cannoniere, resta sempre lui.
E, come al solito, ci ho messo lo zampino anch’io con i miei riti. La partita destava preoccupazioni (come ogni partita che si rispetti), perciò ho variato il menu della domenica con un leggerissimo pranzo a base di pasta e zucca, non ho ingerito nulla durante la partita e mi sono invece buttata a pesce sulla fritturina con pizza annessa gustata nella pizzeria proprio fuori allo stadio, lato Distinti, con due napolisti doc (tra cui uno dei due direttori, eh, mica bruscolini!), ho assistito inerme e preoccupata al cambio di posto dei miei vicini di abbonamento incrociando le dita e allibita di fronte al pronostico di uno di loro: “stasera segnano Maggio e Cavani”.. ammetto di aver pensato “se se, Maggio, e prima o poi gli asini voleranno”. E invece l’asino ha volato eccome, regalandoci tre punti preziosissimi, che ci confermano terzi in classifica, soli, davanti alla Juve, alla Roma e all’Inter. Queste sì che sono soddisfazioni!
L’atmosfera, però, era strana, questo devo dirlo. E durante la partita non capivo neppure io perché. Mi è stato tutto chiaro alla fine, quando, all’uscita dal varco Tribune, lato Mostra, un tifoso con la faccia mogia mogia ha sentenziato che è molto più divertente vincere con un gol appezzottato al 95° che con una goleada così. È stato allora che ho capito perché anche il mio nipotino, per tutto il secondo tempo, non aveva fatto altro che lamentarsi della noia della partita e dell’aver rifilato un 4-1 ai bolognesi. Persino l’esultanza ai vari gol non è stata da esplosione di stadio come al solito e, dopo, in pochissimi sono rimasti a cantare “O’ surdato ‘nnammurat” durante il terzo tempo. Insomma, guagliù, mai una volta che possiamo essere tutti quanti contenti (io confesso di aver sorriso assai: a me questi tre punti sono sembrati pesantissimi).
Ho preso un po’ di freddo, però. Ho un leggero mal di gola. E la cosa mi infastidisce, perché la mia voce, già nasale di suo dalla nascita, è diventata ancora più insopportabile e domani ho un appuntamento “vocale”. Già, perché lo spirito napolista non vive solo a Napoli, come dimostra la partecipazione di tanti napolisti in Italia e all’estero alle discussioni che ogni giorno animano questo bellissimo sito. E così, capita che anche nella Capitale esista da circa un decennio una trasmissione radiofonica dedicata al calcio Napoli e che, da quest’anno, a condurla siano due tifosi e mezzo prestati alla radio: Davide Ippolito, regista ed autore, Claudio Boschi, doppiatore e Serena D’Andria, attrice. Ogni martedì, sulle frequenze della storica radio romana Radio Incontro, per circa un’ora, Roma si tinge di azzurro, con Napoli nel cuore, che, oltre ad interventi di giornalisti e personaggi che a vario titolo hanno fatto la storia del Napoli, ospita anche la presenza fissa di Edoardo Gennarini, il Joker, inviato da Napoli e Marco Foligno, Il Maligno, con le sue pillole di malignità settimanali. Capita, soprattutto, che domani sera, Napoli nel cuore ospiti chi il cuore ce l’ha dentro ai calzini, cioè me. A me la radio incuriosisce parecchio, non so a voi, molto più della televisione, sono anche un po’ emozionata, perciò, se volete, l’appuntamento è per domani sera, tra le 20,40 e le 21,40: O’ cor int’e’ cazette a Napoli nel cuore, su Radio Incontro, 105.8 FM per Roma  (in streaming per gli altri su www.radioincontro.it). A risentirci, allora, eh. A domani. E Forza Napoli. Sempre.
Ilaria Puglia

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