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Ancelotti: «Accetto le critiche di campo, non quelle sulla mia persona; ho sbagliato, ma non sono stupido»

In conferenza: «Forse vi siete stancati di me, io non sono stanco. Non dobbiamo forzare troppo l’uscita da dietro, abbiamo giocato finali di Champions con la palla lunga».

Ancelotti: «Accetto le critiche di campo, non quelle sulla mia persona; ho sbagliato, ma non sono stupido»
Londra (Inghilterra) 01/06/2024 - finale Champions League / Borussia Dortmund-Real Madrid / foto Image Sport nella foto: Carlo Ancelotti

Dopo il pareggio del Real Madrid contro l’Athletic Bilbao 1-1, i blancos dovranno affrontare il Girona in Liga. La conferenza stampa del tecnico Carlo Ancelotti.

Ancelotti: «Accetto le critiche di campo, non quelle sulla mia persona; ho sbagliato, ma non sono stupido»

Come sarà il match contro il Girona?

«Complicato. Il Girona sta facendo bene. E’ in Champions League, gioca molto bene. Dobbiamo prendere la partita come un’opportunità».

Sta ricevendo molte critiche nell’ultimo periodo…

«Mi sembra che siano critiche che devo accettare. La squadra non tira fuori il meglio e come sempre accade nel calcio, l’allenatore è il maggior responsabile. Detto questo, forse vi siete stancati di me. Io non sono stanco. Non lo sono. Le critiche sono accettabili e lo capisco. A volte sono benzina».

Su Vinicius e Alaba:

«Vinicius si è ripreso molto bene. Non sarà pronto per domani, ma sarà pronto per la Champions League (martedì a Bergamo contro l’Atalanta, ndr). Alaba ci ha aiutato molto in allenamento, ma ha bisogno di un altro mese. Tornerà a gennaio». 

A che livello è la vostra preoccupazione?

«Dobbiamo essere ottimisti, considerando i problemi che abbiamo avuto. Abbiamo uno staff di valore, di qualità. Non abbiamo messo in pratica la nostra versione migliore, ma ci rifaremo prima o poi. Il mio livello di preoccupazione è medio».

La squadra soffre sulla pressione alta…

Ancelotti: «È vero che Liverpool e Athletic sono squadre molto coraggiose. Per risolvere questo problema dobbiamo giocare in modo più diretto. Cercare la seconda palla, in un modo più semplice. Palla lunga e andare sulla seconda palla, per non forzare troppo l’uscita da dietro. Abbiamo giocato le finali di Champions League con questo sistema. L’ho imparato molto bene in Inghilterra. Se non hai attaccanti alti, anche la seconda palla è importante».

Mbappé è ancora sotto i riflettori. Ne avete parlato?

«È consapevole, perché il post che ha fatto dopo la partita è di un giocatore che è consapevole di ciò che può e farà. Siamo con lui. Non sta tirando fuori la sua versione migliore. Sta facendo del suo meglio per farlo il prima possibile. Quando dico che la critica è accettabile, significa che c’è qualche ragione. Mi si può criticare che magari posso aver fatto delle scelte sbagliate di campo, ma dà fastidio quando criticano la mia identità; è come dire a qualcuno “hai fatto una stupidaggine”, è diverso dal dire “sei stupido”». 

Con un giocatore come Mbappé, cosa dovrebbe fare un tecnico? Dargli 90 minuti, farlo uscire presto…?

«Tutte le cose devono essere valutate. Devi spiegargli cosa deve fare per migliorare sul campo. Penso che a livello di intensità del gioco sia migliorato molto. Dobbiamo sostenerlo, ma questo non significa che debba giocare ogni partita».

Quest’anno i suoi insegnamenti non sono entrati così tanto…

Ancelotti: «È difficile cercare il vero problema. Ma ho un ottimo rapporto con il mio staff, con la squadra, con i miei giocatori. Abbiamo lo stesso pensiero». 

Cosa deve fare Mbappé per dimostrare chi è?

«Penso che sia un problema di continuità, i compagni devono adattarsi alle sue caratteristiche, che sono peculiari e speciali. Ora deve sopportare il momento negativo. Perché il momento, prima o poi, finirà. Quello che mi dà una buona sensazione è che a livello di intensità è migliorato».

C’è una mancanza di leadership nello spogliatoio?

«Ne abbiamo parlato all’inizio della stagione. I giovani hanno dovuto assumersi maggiori responsabilità e da un giorno all’altro lo stanno facendo, a poco a poco. Non è qualcosa di immediato, si costruisce giorno per giorno. Inoltre, l’infortunio di Carvajal ci ha destabilizzato molto».

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