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L’Inter perde in Champions, la Gazzetta: “Non era vera Inter”

“La difesa immacolata per cinque partite e 89 minuti è crollata a un passo da un record storico, cosa che non è andata giù all’allenatore”

L’Inter perde in Champions, la Gazzetta: “Non era vera Inter”
Db Milano 06/11/2024 - Champions League / Inter-Arsenal / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Simone Inzaghi

Simone Inzaghi ha perso in Germania contro il suo collega Xabi Alonso, che l’anno scorso aveva stupito tutta Europa fino alla finale contro Gasperini. La gara dell’Inter – sottolinea la Gazzetta dello Sport – non è stata condotta con i soliti ritmi e giocate a memoria, anche grazie alla pressione incredibile portata in campo dai tedeschi (che comunque sono riusciti a segnare solo al 90esimo ndr) e in generale alla qualità più elevata rispetto alle ultime gare dell’Inter in Serie A.

Inter, Inzaghi perde la sfida tra 40enni eleganti (Gazzetta)

Di seguito alcuni spezzoni ripresi dall’analisi del noto quotidiano:

“Una sconfitta con un paio di aggravanti. Il gol è arrivato nel secondo tempo molto meno aggressivo dei rossoneri. L’Inter aveva reintegrato tre dei quattro mammasantissima, Dimarco, Lautaro e Barella, in panchina all’inizio, per gestire il finale, ma hanno risposto quasi peggio delle seconde linee. Tutta l’Inter ha risposto male, sottotono, distratta. Anche l’ex Calha lontano dagli standard della sua regia: perso decisamente lo scontro a distanza con Xhaka che ha manovrato a tutto campo, toccando oltre cento palloni e dettando tempi e misure, con la collaborazione di Wirtz che sa mandare fuori giri i suoi marcatori. La classifica non è compromessa, è ancora quarto posto, stasera non sono da escludere un paio di sorpassi, il futuro con Sparta Praga e Monaco può suggerire ottimismo. Ma attenti che questa Champions è una brutta bestia, difficile da capire per tutti.

Non è il Leverkusen invincibile della scorsa stagione, ma resta la squadra meno “perdente” d’Europa, appena tre ko nelle ultime settantasei. Nel suo tempio, poi, ottavo successo nelle ultime nove, compresi i tre consecutivi di Champions dopo il Milan, per par condicio, e il Salisburgo. Anche per i tedeschi soltanto un gol preso, ma quelli fatti sono dodici, mentre l’Inter è ferma a sette. Cinica da far paura, fin qui, sette gol e tredici punti, ma è una strategia sul filo del rischio continuo. Un solo tiro verso la porta ieri, di Taremi, e per di più respinto prima di arrivare dal disoccupato Kovar. Diciamo che si poteva contare su un atteggiamento meno speculativo, ma niente drammi: tutte hanno perso almeno una volta tranne il Liverpool, che non a caso è in fuga in Premier e in Champions”.

Nel pezzo successivo, continua la Rosea:

“Non era vera Inter, anche perché i nerazzurri, quelli autentici, raramente rinunciano alla propria vocazione offensiva in maniera così plateale. Ancor più raramente si fanno sparagnini davanti a un pareggio. Che ieri sera non fosse la “sua” solita creatura, lo sa più di tutti Simone Inzaghi: aveva gli occhi luciferini, mentre alla fine diceva a tutta la truppa delusa e con la testa bassa di salutare comunque lo spicchio colorato di nerazzurro dentro alla BayArena.

Il tecnico interista ha consolato, come gli impone il ruolo, ma avrebbe voluto bacchettare perché serviva da tutti una dose maggiore di coraggio: per quasi tutta la partita i campioni d’Italia sono sembrati venire qua con il semplice desiderio di accontentarsi davanti ai campioni di Germania. Il nulla offensivo contrapposto alla solidità difensiva. Con questi presupposti, però, basta sempre una minima, impercettibile disattenzione per tirarsi la zappa sui piedi: è successo a Bastoni e Asllani, la difesa immacolata per cinque partite e 89 minuti è crollata a un passo da un record storico, cosa che non è andata giù all’allenatore. Delusione. Alla fine, la sfida tra quarantenni eleganti, nel look e nel gioco, l’ha vinta quello che ha cercato il successo assai di più”.

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