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La popolarità del balletto di Trump come esultanza segna la fine dell’era dell’attivismo sportivo (New York Times)

Lontani i tempi dei giocatori che si inginocchiavano facendo arrabbiare Trump, ora “lo spirito che anima gli atleti è una sorta di vanagloria da cortile della scuola, di scherno adattato all’era di TikTok”

La popolarità del balletto di Trump come esultanza segna la fine dell’era dell’attivismo sportivo (New York Times)
Mg Milano 30/09/2023 - campionato di calcio serie A / Milan-Lazio / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: esultanza gol Christian Pulisic

La Trump Dance, il balletto caricaturale del presidente eletto americano diventato un meme mondiale, s’è tradotto – anche – in un simbolo dello svilimento politico dello sport e degli sportivi. Lo scrive il New York Times. Per capirci, parliamo dell’ultima esultanza di Pulisic, e di moltissimi altri campioni americani.

“I gesti goffi dei politici – scrive il Nyt – raramente si riversano sui campi, ma questa volta si è creato uno strano tipo di armonia: Trump, dopotutto, ha perfezionato in politica esattamente il tipo di teatralità gongolante che ci aspettiamo dagli atleti dopo quasi ogni giocata positiva. La danza di Trump è diventata un fenomeno nel mondo dello sport. A volte suggerisce un clamoroso sostegno a Trump stesso“, a volte no.

Il balletto “è stato citato come prova della natura generalmente strana ed eccitabile di Trump, o forse come un segno delle sue facoltà mentali in declino. Ma eccolo qui come lo vedono i suoi sostenitori: non come un autoritario vendicativo e poco serio o una minaccia per la democrazia americana, ma come un vecchio affabile così sicuro della sua mascolinità che viene costantemente spinto a muoversi da una vecchia sciocchezza da discoteca”.

“Lo spirito che anima la celebrazione dell’atleta moderno è una sorta di vanagloria da cortile della scuola, di scherno adattato all’era di TikTok”. E secondo molti commentatori “la popolarità del ballo di Trump segna la fine di un’era di attivismo sportivo”.

Il balletto “tanto compulsivamente riproducibile quanto consapevolmente stupido, non è in realtà un atto di coraggio ideologico; fa parte di una tradizione di provocazione sarcastica, petulante e occasionalmente divertente che è arrivata a caratterizzare sia gli sport professionistici sia, sempre di più, la politica americana. I suoi numerosi imitatori possono effettivamente amare il presidente eletto, ma l’atto di ripeterlo a pappagallo sembra progettato per arruffare le piume di un’istituzione immaginaria: i media “liberali”, o i democratici, o forse un arbitro, che è sempre incline a lanciare la bandierina di rigore per condotta antisportiva”.

Ora, però, continua il Nyt, i commentatori di destra non di lamentano più degli sportivi che fanno gesti politici… “Nemmeno la Nfl, che prova un piacere perverso nell’infliggere multe per celebrazioni che ritiene politiche, violente o sessualmente suggestive, si è presa la briga di alimentare la macchina dell’indignazione”.

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