Il miglior coach nella storia del football americano, del campionato Nfl, ha deciso di allenare nel campionato universitario. Il Guardian prova a capire come è possibile

Bill Belichick è il miglior allenatore nella storia del football americano degli Stati Uniti, il migliore del campionato Nfl. Ha vinto sei Super Bowl con i New England Patriots di Tom Brady. Un anno dopo averli lasciati ha deciso che andrà ad allenare nel campionato universitario: sarà l’head coach di North Carolina. Che non è il top tra i programmi di football di college. Non è Alabama, Texas o Ohio State. North Carolina è un programma di secondo livello in una conference di secondo livello. E’ come, fatti tutti i distinguo e le proporzioni, Carlo Ancelotti o Pep Guardiola mollassero il grandissimo calcio e andassero ad allenare in Serie B, tipo.
Ovviamente lo sport di college americano è un fenomeno che non ha eguali: è quasi più seguito di quello professionistico. Muove un’industria. Però quello di Belichick è un caso raro, anzi mai visto. Nei suoi 49 anni di carriera non ha mai lavorato al di fuori della Nfl. Diventerà il primo allenatore vincitore del Super Bowl a scendere al livello universitario senza alcuna esperienza nei college.
Il Guardian sottolinea che “non è il caso classico di un allenatore senza lavoro che manda un messaggio ai proprietari della Nfl: ehi, sono pronto a lavorare. L’interesse di Belichick per il gioco del college è sincero. Ha fatto diversi colloqui con North Carolina e alla fine ha chiuso l’accordo. La domanda è: perché?”.
Il Guardian si dilunga, sui possibili motivi. Ci sono anche interessanti ragioni di contesto, che in Italia possiamo comprendere fino ad un certo punto. Belichick è un personaggio che definire ingombrante è un eufemismo. E’ ovunque. Belichick ha sette diversi incarichi nei media. A un certo punto, due dei suoi programmi sono andati in onda contemporaneamente. E non è che le altri grandi squadre facessero le file per averlo. Però volendo avrebbe potuto andare pressocché ovunque. Ma ha 73 anni, sarebbe stato il coach più anziano nella storia della lega. “In assenza di segnali di offerte in arrivo dalla lega, Belichick ha scelto di cogliere al volo la prima proposta concreta, risparmiandosi l’umiliazione di perdere un altro giro di incarichi e un altro anno da allenatore”.
“C’è un altro problema per le squadre Nfl: Belichick non è un allenatore qualunque. Ovunque fosse andato, avrebbe avuto bisogno di piena autonomia sul roster, sul salary cap e sul draft”, ovvero un incubo per i proprietari”. Belichick nel New England “era l’imperatore onniveggente e onnicomprensivo. Gestiva l’ufficio principale, lo staff tecnico e approvava tutte le decisioni”. Al college, invece, Belichick avrà carta bianca. “L’allenatore capo resta onnipotente nel football universitario, anche se si avvicina a un modello pro”. Fa tutto, fa da Ceo, direttore generale, allenatore capo e play-caller. I grandissimi college nemmeno glielo avrebbero permesso. North Carolina sì.
Il contesto, dicevamo. Lo sport di college negli Stati Uniti sta entrando in una nuova era. I giocatori ora vengono pagati. C’è persino un tetto salariale. S’è messa in moto una macchina miliardaria. Sono professionisti. “Nel vecchio mondo – scrive il Guardian – dove Belichick avrebbe dovuto lanciare giocatori di 16-18 anni per giocare per lui, un trasferimento al college avrebbe avuto poco senso. Ma in un’epoca in cui i giocatori sono pagati e il reclutamento è cambiato”, a nessuno interessa che lui abbia più di 70 anni. “Potrebbe persino essere un vantaggio”.
Con Belichick North Carolina è diventato immediatamente uno dei brand di football più rilevanti del Paese. “Nell’economia dell’attenzione, questo può far pendere la bilancia nelle battaglie di raccolta fondi e reclutamento. Quale giocatore con l’obiettivo di entrare in Nfl rinuncerebbe a lavorare con il più grande allenatore della Nfl dell’era moderna?”.