“Un’atmosfera surreale. La gente non sa chi siano. Li hanno fatti allenare in un parco giochi in stile Egitto. I tassisti parlano solo di calcio”
“Una settimana a Riyad è un’esperienza spettrale”, scrive l’inviato del Guardian in Arabia Saudita per l’incontro per il titolo dei pesi massimi tra Oleksandr Usyk e Tyson Fury. La nota non è sportiva, ma contestuale e politica. Il Guardian in sostanza scrive che – come era accaduto anche le Finals del tennis femminile – a nessuno sembra importare nulla dell’evento. Anzi, la gente nemmeno lo sa. “La boxe sembra una voce misteriosa dall’altra parte del mondo”.
“È difficile valutare quante delle sette milioni di persone che vivono in questa vasta e brulicante città siano anche solo a conoscenza del fatto che Usyk difenderà i suoi titoli mondiali dei pesi massimi contro Fury sabato sera, in una rivincita del loro primo incontro a Riyad appena sette mesi fa. Ho trascorso ore questa settimana in compagnia di vari autisti Uber, mentre attraversavamo la città, e gli uomini più chiacchieroni tendono a fare due domande: da dove vieni? Perché sei qui?”.
Il giornalista racconta che gli autisti parlano di calcio, al massimo. “Ma quando vengono a sapere che sono in città per la boxe, questa strana parola di solito crea confusione, esclamazioni di riconoscimento tardive e ricordi confusi del primo incontro a maggio. Devo ancora incontrare uno a Riyadh che conosca i nomi di Usyk e di Fury”.
E quindi “nessun trambusto per la tipica farsa di un allenamento aperto. L’ambientazione era surreale. Boulevard World, alla periferia di Riyad, è un parco divertimenti che porta con sé echi di Las Vegas. I combattenti hanno eseguito l’allenamento in una sezione del parco chiamata Egitto. Piramidi finte e una sfinge gigante, si aggiungono all’inautenticità che è in netto contrasto con la cupa grandezza che attende Fury e Usyk”.