È una delle tante chicche di “Orgoglio Napoli” il libro di Mimmo Carratelli che racconta (col suo stile unico) i protagonisti e i successi del Napoli.
Quando Ferlaino scrisse a Juliano: «Valuti bene l’operazione Maradona, con quei soldi ne compriamo cinque»
C’è il Napoli. Tutto. Da Pesaola a Carannante, dal Pampa Sosa a Juliano. C’è il Napoli che ha vinto in “Orgoglio napoletano” il libro di Mimmo Carratelli memoria storica del giornalismo napoletano e italiano. Memoria storica, attenzione, con neuroni da ragazzino. Un formidabile giornalista che non nasconde i propri ritmi di vita giovanili. Va a letto tardi e si sveglia tardi. Come ha recentemente detto ad Aurelio De Laurentiis che lo chiamò alle otto del mattino per scusarsi dell’assenza alla presentazione del libro qualche giorno fa al Circolo Savoia. «Me ne ricorderò, non lo farò più», le parole di De Laurentiis.
Carratelli ha scelto un profilo diverso per questo libro. Ha voluto raccontare solo i Napoli che hanno vinto. Non i successi mancati, i dolori, quegli scudetti o quelle coppe sfiorate e non raggiunte. No. Mimmo ha scelto di raccontare i trionfi. Le venti conquiste azzurre è il sottotitolo. Tre scudetti, una coppa Uefa, sei Coppe Italia, due Supercoppe italiane, una Coppa delle Alpi, una Coppa di lega italo-inglese, cinque campionati di Serie B e uno di Serie C.
Uno sguardo al passato però cominciando dal presente. Carratelli parte dal Napoli di oggi. Il primo profilo è dedicato ad Antonio Conte che viene descritto così:
“Buona applicazione nello studio e carattere particolare, un po’ ribelle fuori di casa, faceva a botte con i compagni, ma in famiglia era un figlio rispettoso. Coccolato dalla nonna e da una sorella della madre che non aveva avuto figli ed ebbe cura di Antonio come fosse figlio suo. Cominciò a giocare a pallone per strada e gli alberi segnavano le porte…”.
Il libro è denso di chicche. Come quella riportata nelle due pagine dedicate ad Antonio Juliano bandiera del Napoli. Lui e Ferlaino ebbero un rapporto tormentato. Ricorda Carratelli: “Caratteri assolutisti e orgogliosi, diffidenti, non potevano incontrarsi mai”.
La chicca arriva a proposito di Maradona.
“Juliano centrò l’acquisto di Maradona con uno stratagemma (dopo quaranta giorni di trattative in Spagna si infilò nella casa del vicepresidente del Barcellona Gaspart e concluse il trasferimento) convincendo Ferlaino a non mollare l’acquisto del pibe de oro. L’Ingegnere, indeciso, gli aveva addirittura scritto un biglietto: “Caro Juliano, valuti bene l’operazione che costa troppo, con quei soldi prenderemmo cinque giocatori”. Nello stesso biglietto c’erano i nomi dei cinque giocatori”.
Il libro è denso di aneddoti. Come Sivori che chiede ad Altafini: “Allora non sei un coniglio?” e lui, José, risponde: “Sono un centravanti prudente”.
Il cuore di Carratelli non può che battere per Bruno Pesaola amico di una vita. Carratelli ha avuto una venerazione per il Petisso, non lo ha mai abbandonato fino agli ultimi giorni della sua esistenza. Meraviglioso il racconto di Pesaola dopo la vittoria della prima Coppa Italia nel 1962, unica Coppa vinta da una squadra che militava in Serie B.
“La Spal arrivò gasatissima alla finale. Noi più gasati di loro e vincemmo. Rientrammo a Napoli in treno. Una folla mai vista ci aspettava alla stazione. Non so dire come mi ritrovai dalla stazione alla Flotta Lauro. Credo di essere svenuto. Qualcuno mi caricò su una Cinquecento. Arrivai da Lauro che era incazzatissimo. Aveva perso le elezioni, non era più sindaco di Napoli. Disse una sacco di parolacce e aggiunse me ne frego della Coppa Italia, siamo tornati in Serie ma io non compro nessuno”.
Il libro è gradevole e scoppiettante come il suo autore un signore di novant’anni con cui non ti annoieresti mai di conversare. Gli editori sono Gianni Marchesini Edizioni e Geo Edizioni.