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Simonelli lunedì vuole prendere possesso dell’ufficio in Lega Serie A. Chiameranno i carabinieri?

Il neo presidente non è stato proclamato ma ritiene di aver sbrogliato i conflitti d’interesse. Per Lotito e gli altri no. Si annuncia un lunedì intenso

Simonelli lunedì vuole prendere possesso dell’ufficio in Lega Serie A. Chiameranno i carabinieri?
Gc Milano 20/12/2012 - assemblea per elezione presidente Lega Calcio Serie A / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Ezio Maria Simonelli

Simonelli lunedì vuole prendere possesso dell’ufficio in Lega Serie A. Chiameranno i carabinieri?

La situazione è grave ma non è seria, avrebbe detto Ennio Flaiano. Preparate i pop-corn, lunedì in Lega Serie A può succedere di tutto. Il neo presidente Ezio Simonelli vorrà prendere possesso del suo ufficio. È stato eletto ma non ancora proclamato. Secondo lui, come ha detto nell’intervista a Repubblica, la proclamazione giuridicamente non esiste. Sarà, non la pensano così l’ex (ma tuttora in carica) presidente Lorenzo Casini, Lotito, De Laurentiis, insomma quei sei che non lo hanno votato. Simonelli è stato eletto con 14 voti, ossia il fronte che sta con Gravina e anche il fronte del Nord. Del resto, sempre nell’intervista a Repubblica, ha rivendicato di essere stato console per il Canada nel Nord Italia.

Lunedì Simonelli vorrà entrare in ufficio. Secondo gli altri, non potrà farlo perché non ha sbrogliato i suoi multipli conflitti d’interesse. Lui è pronto a chiamare la Procura federale se dovessero impedirglielo. Gli altri potrebbero adire le vie legali. Sempre che lunedì qualcuno non chiami i carabinieri. I carabinieri alla Lega Serie A sarebbero la fotografia del Natale e del calcio italiano.

Le intenzioni di Simonelli

Il Corriere della Sera scrive:

Ezio Simonelli, eletto con 14 voti alla presidenza della Lega di A, ha inviato ieri una Pec ai consiglieri annunciando di accettare l’incarico dopo aver rinunciato ai ruoli in Mondadori, Mediaset e Fininvest, incompatibili con la nuova posizione. Il commercialista storico di Silvio Berlusconi ritiene di aver superato lo scoglio legato all’eleggibilità con la dichiarazione relativa alle dimissioni da membro dei collegi sindacali delle società riconducibili al Monza. Ed è pronto a presentarsi domani negli uffici di Milano per il primo giorno di lavoro nella nuova veste, nonostante l’assemblea ancora non lo abbia proclamato.

È tornato il sereno in Lega? No, perché il presidente Lorenzo Casini e i consiglieri che non hanno votato per Simonelli ritengono che la documentazione inviata sia incompleta. Per rispettare l’art.14 dello statuto, il manager dovrebbe dichiarare di non avere più rapporti di alcun tipo con le associate, quindi anche nell’attività che svolge come commercialista: in questo caso Casini sarebbe disponibile ad annullare la convocazione del consiglio del 27, fissato con l’obiettivo di verificare i requisiti di eleggibilità di Simonelli. Qualora non rispondesse a quanto richiesto dallo statuto, il consiglio rimanderebbe il voto all’assemblea.

In questo contesto c’è chi fa notare che il consiglio non avrebbe comunque poteri esecutivi ma solo consultivi e certamente non potrebbe scavalcare l’opinione manifestata da due terzi dei presidenti. D’altro canto non manca chi (come Lotito) sarebbe pronto ad adire le vie giudiziarie contro l’elezione del manager. Simonelli è determinato a entrare in ufficio domani, forte del riconoscimento reso pubblico ieri sera da Percassi, attuale vicepresidente: nel caso in cui si manifestassero impedimenti tali da rendergli impossibile lo svolgimento dell’attività, si rivolgerebbe alla Procura federale. Sarà lui il presidente chiamato a premiare in Arabia la vincitrice della Supercoppa? 

La Gazzetta aggiunge:

E Simonelli? Si presenterà negli uffici milanesi della Lega, deciso a dare inizio al mandato. Se troverà ostacoli sulla sua strada è pronto a coinvolgere la Procura Federale perché entri in azione per rimuoverli. Un altro discorso è che, una volta in carica, sia poi una delle sei società contrarie a impugnare la nomina di Simonelli e dare avvio a un nuovo iter legislativo. Nessuno se la sente di escluderlo, anzi.

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